
La piaga dei cinghiali. In Maremma in 2 anni mezzo milione di danni provocati dagli ungulati
La fauna selvatica per gli agricoltori rischia di non essere più un problema ma "il" problema. Troppi animali e troppi i danni alle colture al punto che molte aziende maremmane non riescono a portare a casa neppure quello che dovrebbe essere il raccolto annuale. I numeri a disposizione sono del 2022 (ancora il 2023 non è disponibile) e aiutano a quantificare, seppur in parte, i danni, davvero considerevoli, recati agli agricoltori dagli animali selvatici. In tutta la Toscana sono oltre venti milioni infatti i danni denunciati alle coltivazioni dagli ungulati in tutta la regione negli ultimi dieci anni di cui quasi 1,4 milioni solo nel 2022. La principale calamità è rappresentata dai cinghiali con il 90% dei danni complessivi seguita da caprioli e daini. La fotografia maremmana è in linea con quella regionale.
Nella nostra provincia infatti è di 260mila euro l’importo dei danneggiamenti provocati alle aziende agricole della Maremma nel 2022 (200mila nel 2021), e ben 231mila euro sono ascrivibili ai cinghiali ed il resto a tutte le altre specie. Questi numeri sono lo specchio di una realtà parziale. I danni reali sono più del doppio di quelli denunciati perchè gli agricoltori oltre alla frustrazione dei danni devono fare i conti con burocrazia e tempi lunghi per i rimborsi, quindi preferiscono non denunciare più.
"Il numero di ungulati è fuori controllo, i cacciatori sono sempre meno – spiega Simone Castelli, presidente Coldiretti Grosseto –. Le nostre coltivazioni sono diventate il farmer market di cinghiali, daini, caprioli e piccioni e i nostri campi sono stati ricoperti da chilometri di recinzioni semplicemente per non cambiare la prospettiva attraverso la quale fino ad oggi si è osservata e gestita la fauna selvatica. Gli agricoltori devono essere attori ed interpreti delle strategie venatorie future e non più spettatori. E’ questo lo sforzo ed il coraggio che chiediamo alle istituzioni senza nulla togliere al ruolo fondamentale del cacciatore che riconosciamo e rispettiamo. Noi, che rappresentiamo il mondo agricolo, siamo pronti a fare la nostra parte".
Ai primi posti tra le coltivazioni preferite e quindi più danneggiate dagli animali selvatici c’è l’uva, poi i campi di mais e cereali, sia nella fase di semina che maturazione, il favino e le erbe mediche utilizzate per l’allevamento del bestiame. Ma i cinghiali vanno pazzi anche per lenticchie e legumi, farro ed orzo, castagne ed ortaggi a pieno campo per finire con le piante del bosco e le coltivazioni di girasole. Insomma è una situazione di emergenza che va affrontata con strumenti e soluzioni di emergenza. Oggi a Firenze è in programma una mobilitazione di carattere regionale, da Grosseto partiranno pullman organizzati, sono previsti circa 600 agricoltori grossetani (con cartelli, slogan e fischietti) e insieme a loro ci saranno Castelli e ma anche Milena Sanna, direttrice provinciale di Coldiretti.