Con l’inizio dell’autunno riprende il desiderio di andare al cinema, per godersi lo spettacolo del maxischermo e degli impianti surroundi. Proprio il sonoro del cinema ci fa saltare indietro di 106 anni, quando un giovane di Gavorrano, Ivo Crocchi, lo inventò. Nato nel 1892, a soli 22 anni Ivo deposita in Prefettura gli incartamenti e la domanda per il brevetto del cinefotofono. Tutto viene registrato sul foglio supplementare 148 della Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia con il numero 423-209, per la durata di un anno e col titolo ufficiale di “Sistema completo di cinematografia parlante”. Purtroppo le carte si perdono per strada e l’apparecchiatura da lui progettata non verrà realizzata. Nessuno potrà quindi attestare che il vero salto di qualità nel cinema, dall’invenzione dei fratelli Lumière, sia avvenuto ad opera di Crocchi.La storia narra che il primo sonoro uscirà nel 1926, nella pellicola “Don Giovanni e Lucrezia Borgia” della Warner Bros, che l’anno dopo inserirà anche i dialoghi nel film “Il cantante di jazz”. Speriamo che la memoria di Crocchi e della sua invenzione non sia dimenticata, ma resti viva come le giuste battaglie per riconoscere il valore del genio nostrano. Del resto c’è ancora in ballo quella di un altro inventore toscano: ci dice niente un certo Meucci e l’invenzione del telefono, ufficialmente attribuita ad Alexander Bell?
Rossano Marzocchi