GROSSETOLo ha chiamato quasi sempre papà. Poche volte per nome. Nel 1982 Rita Dalla Chiesa aveva 35 anni e una figlia non dovrebbe mai assistere a ciò che ha vissuto, perdendo una delle figure più importanti della vita, il padre e generale dell’Arma Carlo Alberto Dalla Chiesa, trucidato dalla mafia. Ieri Rita Dalla Chiesa era a Grosseto, madrina al triangolare di calcio benefico ’Stop alla Mafia’ allo stadio ’Carlo Zecchini’, con le squadre Sap Polizia & Friends, Finanzia & Friends Team e Polizia municipale di Grosseto e la partecipazione di Rita Dalla Chiesa e Chiara Stile. Un momento molto intenso durante la Giornata della legalità, istituira per commemorare le vittime di tutte le mafie e in particolare in ricordo della Strage di Capaci, il 23 maggio 1992, in cui morirono il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie, anch’essa magistrato, Francesca Morvillo e tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. "Il significato della giornata é continuare a ricordare Giovanni Falcone- ha detto Dalla Chiesa - la memoria è la cosa più importante che abbiamo e non dobbiamo perderla. Non dobbiamo lasciarla nemmeno agli altri che la mistificano, ci rubano l’essenza vera della memoria. I giovani sono legatissimi al ricordo di Falcone e Borsellino, al generale Dalla Chiesa, non ci sono tanti esempi oggi così. I ragazzi si attaccano a questi ideali, hanno bisogno di sapere, ecco perché si va nelle scuole, se ne parla tanto, si fanno manifestazioni di questo tipo. Se i giovani hanno la possibilità di essere liberi èanche grazie a chi questa libertà non ce l’ha più. C’è una bella emozione, arrivando ho visto allo stadio tante persone ed è la prima volta che entro in uno stadio per ricordare Giovanni Falcone e la Giornata della Legalità. Mio fratello dice sempre che la legalità è un sentimento, deve entrarci sotto la pelle, senza di essa non arriviamo da nessuna parte". Durante il suo intervento davanti ai giovanissimi ha mandato un forte messaggio, una missione. "Ringrazio i ragazzi che sono in campo, sono le forze dell’ordine che mettono la divisa anche se alcune diverse da quella di papà perché era un carabiniere. Sono tutte uguali però quando proteggono e quando non proteggono la loro vita per proteggere la nostra. Quando successe di mio padre mi fecero spegnere la televisione perché passavano i sottotitoli e io non avrei dovuti leggerli. Lui era lontano a Palermo, io a Roma. E’ difficile ricordare e spiegare simili dolori. Simile a quello che ho provato quando uccisero Falcone, é stata la persona più vicina a me e ai miei fratelli. Era un uomo profondamente buono. Portate nel cuore Falcone, Borsellino e Dalla Chiesa, tutti coloro che sono mancati per proteggere la nostra libertà, che è la cosa più preziosa. Ragazzi siate liberi, dite no alla mafia, fatelo. Chiunque calpesti il suolo di terre difficili, deve trovare coscienza civile ed esempi. L’ esempio in famiglia porta i ragazzi a fare scelte giuste". "Spesso diamo per scontato i valori della libertà - afferma il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna - ma devono essere tutelati, difesi. Non pensiate che la mafia sia lontana, ai margini, la mafia cambia volto, vestito, forma ma si insinua nella società e manda chiari segnali". Maria Vittoria Gaviano
CronacaIn campo per la giustizia. Appello di Rita Dalla Chiesa: "Ragazzi siate liberi, opponetevi alla mafia"