
In scena stasera il Danish Trio: accanto all’italiano, Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria
FOLLONICA (Grosseto)Grande ritorno al Grey Cat Music del maestro e compositore Stefano Bollani con il suo ’Danish Trio’ che oggi alle 20.30 salirà sul palco del teatro all’aperto ’Le Ferriere’, a Follonica. Stefano Bollani al pianoforte insieme ai due musicisti di punta della scena scandinava, Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria.
Il primo incontro fra i tre musicisti è datato 2002 quando Enrico Rava li chiama a collaborare in occasione della sua vittoria al ’Jazzpar’, prestigioso premio jazz assegnato a Copenaghen. Da questo incontro parte una collaborazione che culmina con la pubblicazione dei dischi ’Mi ritorni in mente’ e ’Gleda’, entrambi usciti per l’etichetta danese Stunt Records, e ’Stone in the Water’, pubblicato dall’etichetta tedesca Ecm. A questi album vanno aggiunti ’Joy in Spite of Everything’ (Ecm), inciso a New York con il supporto del chitarrista Bill Frisell e del sassofonista Mark Turner, e ’Close to You (Stunt)’, disco in cui Bollani, Bodilsen e Lund affiancano la cantante danese Katrine Madsen.
"Nel Danish Trio l’ascolto è un elemento centrale – sintetizza Bollani – e ciascuno di noi è, in ogni istante, attento a ciò che gli altri stanno suonando, concentrato sul suono nella sua totalità. Esattamente il mio ideale di gruppo jazz". Nei live Bollani, Bodilsen e Lund si uniscono per interpretare, improvvisare e creare momenti unici, in grado di trasmettere agli ascoltatori la felicità di vivere la musica senza pregiudizi. E senza una scaletta preordinata. Alla base di tutto c’è sempre la gioia di vivere: quella ’Gleda’ – come la chiamano i norvegesi – che dà il titolo a uno dei più fortunati album del trio.
Bollani, 53 anni, inzia a studiare quello che poi diventerà lo strumento della sua vita professionale all’età di 6 e a 15 ’debutta’ ufficialmente. Il jazz lo studia sotto la guida di Luca Flores, Mauro Grossi e Franco D’Andrea e dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 (con il maestro Antonio Caggiula) e una breve esperienza come turnista nel mondo della musica pop (con Raf e Jovanotti, fra gli altri), decide che sarà proprio il jazz il ’compagno di viaggio’ sul palco con il quale – da lì in poi – farà incetta di consensi in Italia e all’estero (da Umbria Jazz al festival di Montreal, dalla Town Hall di New York alla Fenice di Venezia, dal Barbican di Londra e la Salle Pleyel di Parigi fino alla Scala di Milano) collaborando nel frattempo con musicisti del calibro di Richard Galliano, Phil Woods, Lee Konitz, Chick Corea, John Abercrombie, Pat Metheny, Luis Bacalov e Riz Ortolani, ma solo per citrane alcuni.
Fondamentale, in ogni caso, resta la collaborazione iniziata nel 1996 – da allora mai interrotta – con il suo mentore Enrico Rava.