Tanto fieri quanto fragili. Animali liberi, padroni dei cieli. Agli occhi umani sembrano così forti nella loro libertà, anche se spesso sono minacciati. Si tratta dei rapaci. Sorvolano i cieli come veri guardiani, che osservano tutto dall’alto delle loro ali. Dando senso di forza, eleganza, bellezza e innata libertà a chiunque li guardi. La loro presenza è molto assidua nel Parco della Maremma. Parco che ha organizzato un evento dedicato alla liberazione di due esemplari di rapaci. Fragili, perché dietro alla fierezza, ci sono spesso minacce derivate proprio dall’uomo. Bracconaggio, caccia, ma anche grandi impianti come ad esempio le ultime progettazioni di parchi eolici nel maremmano, e non ultima la stessa l’arte della falconeria che, secondo gli esperti, snaturerebbe il loro essere. Animali che hanno sviluppato un forte interesse verso la Maremma, come dimostrano i numerosi grafici e tracciati sulla grande quantità di rotte migratorie che hanno per protagonisti appunto i rapaci.
La Maremma e in particolare il suo Parco, luogo indisturbato di pace e tranquillità, sono scelti dai rapaci anche per una sosta. Dei veri e proprio turisti del cielo. Per far conoscere meglio questi animali il Parco della Maremma ha pensato a un’iniziativa articolata in due parti. La prima introduttiva con lo zoologo e ornitologo Francesco Pezzo dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale, che ha illustrato le tipologie di rapaci che nidificano con regolarità all’interno del Parco, con spiegazioni dettagliate della varie specie. La seconda parte, ha visto una passeggiata per conoscere gli habitat e nel corso dell’escursione è avvenuta anche la leberazione di due esemplari di rapaci all’interno di una zona del Parco, con la guida ambientale Marco Anselmi e il veterinario Marco Aloisi. Hanno partecipato all’iniziativa circa quaranta persone. Presente anche il presidente del Parco, Simone Rusci, che ha aperto la giornata con una introduzione sui rapaci. "I rapaci – ha detto il presidente Rusci – sono specie importantissime che il Parco sta cominciando a monitorare in particolare il biancone. Storicamente all’interno del Parco viene portato avanti un progetto di introduzione e conservazione del falco pescatore. I rapaci sono degli animali importanti ma anche fragili".
"Con questa iniziativa – ha spiegato Pezzo – vogliamo fare in modo di avere il giusto rapporto con questi animali. Il Parco per alcuni di loro è una sorta di stazione di servizio in autostrada, dove si fa sosta anche per un caffè. I rapaci hanno un fondamentale ruolo ecologico con una funzione di regolazione essendo predatori. Un ecosistema senza rapaci non va bene. Nel Parco della Maremma sono presenti diverse specie di rapaci ma coloro che nidificano con regolarità sono sette e interessano quattro aree, il Parco è un vero mosaico di habitat". I rapaci che modificano regolarmente all’interno dell’ente sono il biancone, lo sparviere, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino e di palude e il lodolaio. Poi ci sono anche quelli notturni come l’allocco, Il barbagianni, la civetta e l’assiolo. Dopodiché dalla teoria alla pratica. Un passeggiata fino al luogo della liberazione di una poiana e un allocco. "La poiana – spiega Aloisi – dopo un incidente stradale ha riportato un trauma cranico mentre all’allocco, a cui sono stati rimossi dei pallini, avevano sparato. Gli animali sono stati curati al Crasm. Il punto dove sono stati liberati è ideale, tra foresta e campi. È come se noi ci rilasciassero in un resort". Forte l’emozione di tutti i partecipanti all’iniziativa, nei loro occhi il senso di libertà trasmesso loro dalla poiana e dal gheppio nel momento in cui hanno spiccato il volo.