
I militari e i cani del centro grossetano devono eliminare i rischi per il lavoro dei colleghi ma anche per la popolazione locale.
NOVO SELO (Kosovo) Anche in questa missione, al pari di quanto avviene in qualsiasi teatro operativo dove sia impegnato il personale dell’Esercito italiano, a vigilare sulla sicurezza dei militari – e in determinate situazioni anche della popolazione civile locale – ci sono i binomi del Cemivet. E’ qui, nel centro militare sulla via Castiglionese comandato dal colonnello Salvatore Santone che i cani vengono allevati e addestrati. E in Kosovo, dalla base di Novo Selo, in questo momento ci pensano il sergente Giovanni Orlando, comandante del team ’K9’ (con il pastore tedesco Nico) e il graduato aiutante Gennaro Mormone (con il pastore tedesco Night). E’ il comandante, durante un’attività dimostrativa nella base di Prestina, a spiegare i loro compiti.
Sergente, cos’è il ’K9’? "Il team è un assetto del Regional Command West ed è alle dipendenze del Joint Logistic Support Group di Kfor". Con quali compiti? "Principalmente assicurare e supportare, all’interno dell’area di operazione, la sicurezza di infrastrutture militari, così da garantire un ambiente sicuro per tutte le comunità che vivono in Kosovo e la libertà di movimento per tutte le organizzazioni internazionali. Oltre a supportare la sicurezza, siamo impiegati nella ricerca di eventuali ordigni esplosivi improvvisati, mine o trappole esplosive e interveniamo anche in caso di segnalazioni da parte delle Istituzioni del Kosovo. La Kfor è una realtà multinazionale e ci permette di lavorare a contatto non solo con altri team taliani, ma anche stranieri. E questo ci arricchisce molto dal punto di vista professionale, in quanto ci permette di scambiare esperienze e di confrontarci sul nostro specifico lavoro".
La ricerca di esplosivi è un compito molto importante per garantire la sicurezza di militari e civili, per cui anche la sintonia fra conduttore e cane deve essere perfetta, giusto? "Senza alcun dubbio. E tutto nasce già nel momento della scelta del binomio in cui deve emergere un’affinità tale che permetta al conduttore e al cane di iniziare un percorso addestrativo insieme. E’ durante questo delicato periodo che il binomio sviluppa la fiducia reciproca necessaria per un addestramento efficace, propedeutico al buon esito delle missioni. Il conduttore e il suo cane sono, infatti, un binomio inscindibile. Il conduttore è responsabile del proprio cane 24 ore su 24. La prerogativa più importante è quella di curare il benessere del cane oltre alla prontezza operativa. Giornalmente, infatti, svolgiamo controlli sulla salute dei nostri cani e ci assicuriamo di mantenere le capacità operative costantemente elevate, tramite attività addestrative. L’essere conduttore vuol dire avere cura del proprio cane e imparare a conoscerlo e a sapere come stimolarlo nel modo ottimale per ottenere il massimo del rendimento possibile, non trascurando mai fattori quali la stanchezza, lo stress, i fattori climatici e ambientali che possono influenzare il rendimento del cane".
E ciò significa che non può essere solo un rapporto di ’lavoro’... "No, infatti. Dall’aspetto professionale non deve essere mai scisso l’inevitabile legame affettivo che naturalmente si crea con il proprio cane: un legame forte basato sul feeling e la fiducia reciproca è fondamentale per la buona riuscita dell’addestramento e, pertanto, dell’attività svolta dal binomio. E un aspetto che vorrei menzionare è il gioco: è infatti proprio attraverso esercizi-gioco che il cane impara a riconoscere e segnalare qualsiasi tipo di esplosivo. Sia nella ricerca in superficie (all’interno di edifici, veicoli o aree all’aperto) sia in quella intertata (tipo mine, trappole esplosive o alri ordigni)".
Luca Mantiglioni