
La zona di via Lago d’Orta dove i cittadini segnalano movimenti sospetti
Grosseto, 10 settembre 2021 - La città di Grosseto presenta anche pieghe di tessuto urbano fatiscenti, abbandonate e pericolose. Zone limitate e circoscritte, per carità. Ma che necessitano di un intervento tempestivo e risolutivo, perché anche se nascoste agli occhi dei più non rendono giustizia di una città dinamica e protesa verso il futuro. Forse non saranno molti i turisti che passano per il villaggio Curiel e per via Lago d’Orta, accanto al Diversivo. Però proprio lì c’è un pezzo di quella ciclabile che grazie all’amministrazione comunale adesso porta fino agli scavi di Roselle. E qualcuno potrebbe essere pure attratto dalla voglia di proseguire in direzione Ombrone, a farsi una passeggiata in mezzo ai poderi ignaro che in realtà si addentrerebbe in un campo minato. Proprio così: via Lago d’Orta da un certo punto in poi è off-limits. O meglio: zona di spaccio, come dicono alcuni residenti. Dopo le ultime case del Villaggio Curiel ci sono due poderi privati con annesse abitazioni isolate. E chi vive qui è tutt’altro che felice di godere di un po’ di isolamento.
"In ogni periodo dell’anno – raccontano – di giorno e di notte c’è un via vai di persone che non è difficile riconscere come in preda a qualche sostanza. Se osiamo guardarli mentre rincasiamo ci minacciano pure". Un residente ci mostra una sbarra di ferro di quelle che servono proprio a limitare gli accessi alle proprietà agricole. Ci invita a oltrepassarla e a camminare a dritto. Lo facciamo. Dopo circa 500 metri entriamo praticamente in una discarica a cielo aperto, dove si vede un po’ di tutto, inclusi ’bisogni umani’ abbastanza recenti. Poco distante un rudere che sembra essere occupato, ma dal quale non si affaccia nessuno. C’è issato pure un tricolore. È attorno a questo casolare, apparentemente dismesso, che i residenti del villaggio Curiel vedono sempre un gran movimento equivoco. "Pochi giorni fa qualcuno è entrato nel casale che è più vicino a quel rudere e ha provato a rubare – dice un altro residente – ma non ha trovato nulla. Ma pochi giorni prima, nella casa accanto, sono entrati e con un piccone sono riusciti a smurare persino la cassaforte del proprietario. Non stiamo più tranquilli. Abbiamo chiamato polizia e carabinieri; lo facciamo spesso. Ma la cosa non si risolve. Le forze dell’ordine ci scortano fin dentro casa e finisce lì. Abbiamo paura. Tanta. Aiutateci". Mentre parliamo con gli abitanti della zona sul fondo si vede lo scheletro della Rsa di via Lago di Mezzano che avrebbe dovuto ospitare 80 anziani. Una struttura convenzionata con il pubblico. Anche questo casermone è un pugno nello stomaco, perché sembra pronto, ma è abbandonato. Anzi, meglio dire ’okkupato’ con la kappa. Le scritte minacciose sui muri, i vetri spaccati, la vegetazione infestante suggeriscono di non entrare, ma lì qualcuno c’è.