
Monica Pagni (Cgil)
La provincia di Grosseto perde i residenti e, quel che è peggio, perde per strada quelli compresi nella fascia di età 15-64 anni. Questo genera una serie di conseguenze sul territorio provinciale. A fare il punto sullo stato demografico e dei servizi in Maremma ci ha pensato la segretaria provinciale della Cgil, Monica Pagni.
Partendo dal 2012 fino ad arrivare al 2023, la provincia di Grosseto ha perso 4.274 residenti, ma soprattutto 10.708 persone nella fascia d’età 15-64 anni che l’Istat classifica come in età lavorativa. "Quest’ultimo – spiega Pagni – è un dato statistico che mette drammaticamente in evidenza quanto in questo territorio incida quello che oramai tutti chiamano ‘inverno demografico’. A sua volta conseguenza di tre fenomeni da noi particolarmente evidenti: invecchiamento della popolazione, diminuzione delle nascite e fuga dei cervelli, ovverosia della quota di popolazione giovane maggiormente istruita".
Questa modifica strutturale della demografia grossetana ha effetti immediati ed eclatanti su due aspetti determinanti per la qualità della vita delle persone. "Da una parte – prosegue Monica Pagni – ci avviciniamo pericolosamente al momento in cui coloro che lavorano non saranno abbastanza per continuare a garantire il pagamento delle pensioni a chi si è ritirato. Dall’altra, va rivisto il parametro di assegnazione delle risorse ai servizi sanitari al nostro territorio, perché la popolazione ultrasessantacinquenne, notoriamente afflitta da patologie croniche invalidanti in misura molto più elevata, incide in maniera molto più pesante sulla spesa sanitaria".
Per inquadrare meglio la situazione degli anziani in provincia vale la pena analizzare il trend che ha riguardato la città di Grosseto: Negli undici anni presi in considerazione a fronte di un incremento di 3.000 abitanti residenti (da 78.630 a 81.633), si è verificata una riduzione di 1.220 potenziali lavoratori (da 52.523 a 51.033), compresi nella fascia di età Istat 15-64 anni. Con un incremento di 2.907 ultrasessantacinquenni e 1.316 ultraottantenni.
Citati i numeri, la segretaria della Camera del lavoro Monica Pagni aggiunge: "Rispetto ai temi dello sviluppo economico e della spesa sanitaria pro-capite è controproducente sia sottolineare trionfalmente che l’occupazione è in crescita, sia che l’assegnazione delle risorse alla nostra Asl è la migliore possibile – prosegue – perché la spesa sanitaria è aumentata in termini assoluti, ma non in relazione al Pil".
Rimanendo così le cose per la Cgil i servizi sanitari sul territorio non sono migliorabili e la situazione rimane drammatica, con numerose zone non coperte dal medico di base. C’è poi un altro fenomeno che si verifica a traino di quelli appena citati, e cioè che in assenza di servizi adeguati la popolazione, soprattutto anziana, continuerà a spostarsi dalle aree periferiche al capoluogo o negli altri centri urbani più grandi, alimentando la dinamica dello spopolamento delle aree interne.
Per Pagni infine sarà importante ridefinire il modello di sviluppo della Maremma dove il reddito medio pro-capite è di appena 16 mila euro all’anno.