L’emergenza è vera. E il progetto di monitoraggio di Ispra fa capire che adesso non si può perdere tempo. In riferimento al periodo 2015-2019, secondo Ispra, sono stati raccolti dati relativi a 17.989 eventi di predazione accertati, per una media di circa 3.597 eventi ogni anno. L’andamento temporale degli eventi di predazione a livello nazionale ha mostrato una generale tendenza all’aumento con un numero di eventi di predazione accertati del 23,5 per cento. A seguito dei 17.989 eventi di predazione totali, sempre secondo Ispra, sono stati registrati come predati un totale di 43.714 capi di bestiame, per una media di circa 8.742 capi ogni anno. Le somme concesse a titolo di indennizzo sono risultate in totale pari a euro 9.006.997, per una media di euro 1.801.367 annui. Gli importi erogati a titolo di indennizzo si riferiscono al 77 per cento degli eventi di predazione, poiché nel restante 23 per cento nessun’informazione era disponibile riguardo ad eventuali compensazioni economiche del danno.
A preoccupare gli allevatori sarebbero proprio le conseguenze che le predazioni di lupi e canidi hanno sulla filiera casearia: gli animali aggrediti riducono la produzione di latte, che solitamente viene trasformato in formaggio, provocando ulteriori perdite economiche e mettendo a rischio le fragili realtà occupazionali dell’area. L’incremento della frequenza di attacchi da parte di lupi e canidi agli allevamenti, in molte regioni del nostro Paese, sta causando un inasprimento della tensione sociale, soprattutto tra le imprese medie e piccole e gli addetti interessati. Un fenomeno assume quindi i connotati di una vera e propria emergenza, che sollecita l’avvio urgente di plurali iniziative da parte dello Stato e delle istituzioni pubbliche, volte a prevedere misure di prevenzione e di contrasto.