
Dalla Maremma all’Antartide, per raccontare una storia ad alta tensione che si svolge tra le impenetrabili distese bianche del continente di ghiaccio e i piccoli spazi della base statunitense Glorysun, dove la biologa italo-americana Kate arriva da Washington per prendere parte a una spedizione scientifica. Si apre così ‘Giallo Antartide’, il nuovo romanzo di Irene Blundo, giornalista e scrittrice grossetana, che l’autrice presenterà domani alle 18 al Museo di storia naturale insieme a Cinzia Petri. "L’Antartide mi ha sempre affascinata – racconta Blundo – prima di tutto da un punto di vista estetico. Queste enormi sculture di ghiaccio create dalla natura che fluttuano sul mare blu. E nella parte interna i deserti bianchi che danno la sensazione di trovarsi su un altro pianeta. Proprio la sensazione che prova Kate, la protagonista, e di cui parlano scienziati e tecnici che hanno fatto questa esperienza. Per renderla in modo realistico ho dovuto documentarmi in modo approfondito e questo è un aspetto della scrittura che amo, perché mi porta a studiare, a scoprire cose, a volte anche molto lontane da me, come in questo caso". Un ambiente estremo, fatto di spazi sconfinati e deserti ai quali fanno da contrappunto quelli angusti e affollati della base di ricerca, dove si sviluppano attriti, competitività e conflitti che nel romanzo si alternano generando un crescendo di tensione. "L’Antartide è un ambiente estremo – prosegue la scrittrice – e privo di residenti. Gli unici esseri umani sono quelli che vivono nelle basi di ricerca. Da un punto di vista narrativo mi sembrava interessante potermi concentrare sulle dinamiche psicologiche che possono svilupparsi all’interno di un microcosmo di questo tipo, costretto tra l’assenza di privacy e l’isolamento esterno". L’unico momento di evasione e relax per Kate è la lettura, quasi un rifugio che le consente di trovare quello spazio intimo in cui sentirsi al sicuro. "Questo perché non possono uscire se non per lavoro per cui la lettura diventa il suo unico momento di svago. E questo aspetto mi ha dato modo di parlare di altri libri, quasi fosse un gioco letterario di rimandi e citazioni, per chi ha voglia di inoltrarsi in un livello di lettura più profondo".
Riccardo Bruni