Muore venti giorni dopo il parto all’ospedale. Aperta un’inchiesta

Donna di 39 anni lascia due figlie. Una appena nata

Francesca Callari

Francesca Callari

Grosseto, 23 novembre 2017 - Doveva essere uno dei giorni più belli della sua vita. E invece si è trasformato in un incubo che è sfociato in una tragedia. Si chiamava Francesca Callari, 39 anni la donna che è morta ieri mattina all’ospedale Misericordia di Grosseto. Troppo gravi le sue condizioni, peggiorate al momento del parto cesareo e precipitate quando la piccola, la sua secondogenita, è venuta alla luce. Una morte che ha spedito nello sconforto una famiglia intera e che ha portato il marito a chiedere chiarezza per una morte a prima vista molto strana. Ieri mattina l’uomo si è infatti recato dai carabinieri e ha sporto una denuncia. La procura della Repubblica di Grosseto ha doverosamente aperto un’inchiesta. E’ stato il pubblico ministero Maria Navarro a bloccare le esequie. Sarà infatti necessario l’esame autoptico per scrivere la parola fine su una tragedia a tratti inspiegabile. Nei prossimi giorni l’equipe di medicila legale di Siena effettuerà quindi l’esame per cercare di andare a fondo. Una denuncia quindi, che arriva comunque venti giorni in cui le condizioni della donna non promettevano nulla di buono. Subito dopo il parto, infatti, i medici dell’ospedale Misericordia hanno approfondito gli esami. Non capivano infatti il perché di quell’emorragia tremenda che, in meno di ventiquattrore, aveva spedito la donna in sala rianimazione e in pratica in fin di vita. «Il decesso della paziente è legato a un quadro clinico preesistente alla gravidanza e al cesareo, imprevisto ed imprevedibile – scrive la Asl in una nota –. La donna, infatti, soffriva di una grave e rara patologia circolatoria congenita, di cui non era a conoscenza né lei, né i medici che l’hanno seguita negli anni, diagnosticabile solo con esami specifici che vengono prescritti in presenza di determinati sintomi. La gravidanza si è svolta senza problemi e anche l’intervento per il cesareo non ha avuto alcuna complicazione, nell’immediato.

La grave emorragia che si è verificata nelle ore successive è legata alla patologia preesistente, che ha prodotto la rottura di un aneurisma intestinale. Malgrado il tempestivo intervento dei chirurghi, del radiologo interventista e il ricovero in Rianimazione, il quadro clinico si è ulteriormente complicato, rendendo necessari altri interventi chirurgici che, tuttavia, non hanno potuto evitare il peggio». L’equipe multidisciplinare che ha seguito il caso, ha fatto il possibile, consultandosi anche con i professionisti di strutture ospedaliere italiane di secondo livello, tenendo costantemente informata la famiglia sull’evoluzione del caso, che fin dall’inizio è apparso disperato, e sulle possibilità di intervento. «Come è previsto dai protocolli ministeriali e regionali in caso di eventi avversi – chiude la Asl –, abbiamo attivato le procedure di verifica interne, attraverso la struttura per la Gestione del rischio clinico. Siamo vicini alla famiglia, cui porgiamo le nostre più sentite condoglianze, in questo momento di grande dolore, rinnovando la fiducia nell’operato dei nostri medici e in quello della magistratura».