REDAZIONE GROSSETO

E’ morto monsignor Babini vescovo emerito di Grosseto

Prima di guidare la diocesi del capoluogo maremmano, dove prese il posto di Angelo Scola, guidò quella di Pitigliano-Sovana e Orbetello

Alle prime luci dell’alba di ieri, è deceduto, all’ospedale di Arezzo, monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto e precedentemente vescovo della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Aveva 92 anni e dal 2002 viveva ritirato, originariamente in una piccola ala del monastero delle clarisse di Sansepolcro (Arezzo), poi nella Casa San Lorenzo. L’annuncio della morte è stato dato pubblicamente ieri mattina dal vescovo Giovanni Roncari, in apertura della Messa per la solennità di tutti i santi, nella cattedrale di Grosseto.

"Il vescovo Giacomo è stato pastore umile, di fede profonda e radicata – lo ricorda così il vescovo Giovanni Roncari –. Nelle due diocesi maremmane che ha servito, clero e popolo ne conservano un bel ricordo, a motivo della sua mitezza. Abbiamo pregato per lui, perché possa godere delle parole del Vangelo: vieni servo buono e fedele. Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo Signore". Babini era nato ad Alfero (Forlì-Cesena) il 22 febbraio 1929. Il 26 giugno 1953, a 24 anni, venne ordinato prete nella cattedrale di Sansepolcro. Fu parroco a Pratieghi di Badia Tedalda e poi cappellano dello stabilimento Buitoni a Sansepolcro. Nel 1966 diventa parroco della cattedrale di Sansepolcro.

Nel 1987, a 58 anni, viene nominato vescovo ausiliare della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e gli viene affidata la sede titolare di Tubune di Mauritania. Il 7 dicembre 1991 è nominato vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, dove fa ingresso il 5 gennaio ’92. Forte il suo impegno pastorale in quella diocesi. Nel settembre 1995 il vescovo Angelo Scola lascia Grosseto e monsignor Babini viene nominato amministratore apostolico della diocesi di Grosseto fino alla nomina di un nuovo vescovo. Il 22 luglio del 1996 egli stesso, in cattedrale, dà l’annuncio che la Santa Sede lo aveva nominato vescovo di Grosseto. Fa l’ingresso ufficiale il 28 settembre. Guiderà la diocesi di Grosseto fino al febbraio 2002, lasciando anticipatamente per motivi di salute e passando, così, il pastorale al suo successore, monsignor Franco Agostinelli, anch’egli aretino. Babini ha guidato la diocesi di Grosseto prendendola per mano e conducendola a varcare, con tutta la Chiesa, il terzo millennio. Molto intenso fu il suo impegno per preparare la comunità diocesana al Giubileo del 2000. Tanti i gesti compiuti, a partire dalla peregrinatio della Madonna delle Grazie in ciascuna delle 50 parrocchie della Diocesi; la lettera pastorale ‘Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Edificare la comunità’, che divenne lo strumento di lavoro della Diocesi. Si deve a lui l’accoglienza in Diocesi dei primi monaci benedettini che, a Poggi del Sasso, andranno a costituire la comunità monastica di Siloe, così come si deve a lui la erezione della pieve di Santa Maria in Campagnatico a santuario mariano diocesano e l’apertura del liceo classico paritario Chelli.

Di lui, sempre misurato nei giudizi, fecero scalpore nel 2010 alcune dichiarazioni pubblicate su un sito di informazione cattolica a proposito delle accuse di pedofilia rivolte alla Chiesa Cattolica, poi replicò con una smentita, affermando di essere stato strumentalizzato. Sempre in quell’anno, uscì con un’altra frase forte: "L’omosessualità in un prete, se tradotta in pratica depravata, è addirittura più grave della pedofilia", beccandosi le critiche di un collega prelato. E disse la sua anche sul concerto di Elton John di fronte alla cattedrale di Trani, ritenendo "inadeguata, blasfema e offensiva la scelta di far cantare un gay davanti a una chiesa". In realtà, monsignor Babini era meno oscurantista di quanto potesse sembrare; anzi, era sempre molto attento alle dinamiche dei tempi.