Corsi di formazione. Dopo il carcere, il futuro

Cna promuove un progetto che consentirà ai detenuti di imparare un mestiere: si parte con l’ortoflorovivaismo e con la panetteria.

Corsi di formazione. Dopo il carcere, il futuro

Corsi di formazione. Dopo il carcere, il futuro

Dare una seconda possibilità e aprire le porte verso un futuro da ridisegnare. Obiettivo reinserimento sociale di chi sta scontando una pena definitiva, fortificando l’inclusione e abbattendo la discriminazione, costruendo competenze professionali in settori molto ricercati nella zona grossetana.

Cna porta la formazione all’interno della Casa circondariale di Grosseto con due percorsi di qualifica per diventare curatore di interventi ortoflorovivaistici e operatore di lavorazione di prodotti panari, dolciari e da forno. Il progetto "Com.pa.i.o" finanziato dalla Regione Toscana, sostenuto dal Comune di Grosseto, promosso da Cna Servizi con Heimat, Cpia, il "Melograno" in collaborazione con l’azienda Favilli.

Le figure che verranno formate dal progetto rispondono ad una richiesta importante nel mercato. Saranno otto i detenuti che parteciperanno al corso di specializzazione e dopo sosteranno un esame per ottenere la certificazione delle competenze acquisite.

"Vogliamo creare opportunità anche per chi temporaneamente l’ha persa – dice Anna Rita Bramerini direttrice di Cna –, interfacciandoci con il reinserimento dei detenuti del carcere". "Il percorso di manutenzione del verde – dice Elena Dolci ideatrice iniziativa del responsabile Cna Servizi – partirà già il prossimo mese e finirà ad ottobre. Quello della panificazione partirà a giugno. Ci saranno anche delle prove in carcere, faremo un orto e venderemo i prodotti ottenuti".

"Sono progetti che aiutano a integrarsi dopo un percorso in carcere – afferma l’assessore Sarà Minozzi –. Un valido aiuto per ottimizzare il tempo in carcere e per costruire un futuro lavorativo".

"Durante l’esecuzione di condanna – dice Eleonora D’Amico, responsabile Area trattamentale Casa circondariale – i detenuti potranno così concludere in maniera positiva il percorso. In carcere sono circa trenta detenuti, molti sono stranieri". "L’inserimento è la nostra missione – dice Silvia Giannella coop Melograno –. C’è ancora remore nell’accogliente o detenuti". "L’esperienza più bella è di due anni fa con dieci ragazzi carcerati – dice Luigi Favilli, titolare dell’azienda –. Abbiamo lavorato otto mesi accanto a loro".

Maria Vittoria Gaviano