Cooperazione e collaborazione Progetti di agricoltura sociale per dare concretezza all’inclusione

Stamani la presentazione dei risultati ottenuti con "Rigener-azioni". L’Amiata diventa un modello

Cooperazione e collaborazione  Progetti di agricoltura sociale  per dare concretezza all’inclusione

Cooperazione e collaborazione Progetti di agricoltura sociale per dare concretezza all’inclusione

È sul Monte Amiata che si stanno verificando virtuose prove di cooperazione e collaborazione. Sarà presentato questa mattina a Montelaterone il risultato di quello che ha prodotto "Rigener-azioni". Si è trattato di un interessante progetto di agricoltura sociale che ha permesso di attivare percorsi socioterapeutici di persone con difficoltà all’interno di aziende agricole. Prima "Cuor@miata" poi "Rigener-azionni", con questi due progetti l’Amiata ha introdotto in modo sperimentale alcune aziende agricole nel comparto dell’agricoltura sociale e a supporto della rete dei servizi territoriali. Ad essere coinvolti nelle attività sono stati 10 utenti svantaggiati, tutti individuati sul territorio amiatino dal personale del Coeso. Per i partecipanti è stata un’occasione per incrementare la propria autonomia e migliorare le abilità relazionali e manuali. Il progetto è nato grazie alla collaborazione della cooperativa di comunità il Borgo di Montelaterone, l’azienda agrituristica Bellavista di Seggiano, la società agricola Amandula di Montegiovi, la società agricola I Murceti Castell’Azzara, lo studio Agricis di Sasso d’Ombrone e l’Università di Pisa, Dipartimento di Scienze veterinarie.

L’attività scientifica è stata curata dal professor Francesco Di Iacovo e dalla professoressa Roberta Moruzzo coordinatori, assieme alla dottoressa Giulia Granai. "Ritener-Azioni" è stato interessante poiché sono stati condotti campi agricoli nelle aziende con l’uso terapeutico anche di animali domestici, come asini amiatini, pony, maiali e galline. Sempre nel progetto sono state testate, assieme ad attività tradizionali di raccolta dell’uva, delle castagne e delle olive, anche attività di orticoltura, caseificazione e cucina. Inoltre, il progetto è stato collegato alla mensa sociale della Cooperativa di Montelaterone. Importanti sono state le attività di divulgazione collegate al progetto, curate dalla cooperativa Il Quadrifoglio.

"È stato un progetto coinvolgente – commenta il coordinatore tecnico, Giovanni Alessandri – che ha messo in campo forze di natura diversa recuperando tradizioni nel segno dell’innovazione e legando le attività rurali e sociali della montagna. La sperimentazione dell’agricoltura sociale è stata messa a punto, con l’obiettivo anche di rigenerare borghi come quello di Montelaterone, con enormi problematiche di invecchiamento e spopolamento".