NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

I cento anni di vita e storia di Neva. “Ho vissuto il bombardamento del ’44”

I ricordi ancora lucidi: “Il paese di Arcidosso a quel tempo era un borgo concentrato attorno al Castello Aldobrandesco”

Neva Rocchi ha compiuto cento anni, ancora lucidissima, racconta la sua vita ad Arcidosso, nata in via Talassese, cuore del centro storico del paese all’epoca una delle arterie principali, i compaesani le hanno dedicato una festa

Neva Rocchi ha compiuto cento anni, ancora lucidissima, racconta la sua vita ad Arcidosso, nata in via Talassese, cuore del centro storico del paese all’epoca una delle arterie principali, i compaesani le hanno dedicato una festa

Arcidosso (Grosseto), 27 luglio 2025 – Neva Rocchi, coniugata Bargagli, ha tagliato il traguardo dei 100 anni. Una vita lunga un secolo, trascorsa quasi interamente ad Arcidosso, vissuta con dignità, affetto e memoria viva. Una centenaria “capercia” – come ama definirsi con orgoglio – che incarna lo spirito autentico della sua comunità. Nata e cresciuta all’inizio di via Talassese, cuore del centro storico arcidossino, Neva ha vissuto gli anni in cui quella via era l’arteria pulsante del paese, animata da botteghe, taverne, forni e un’umanità brulicante. Arcidosso, allora, era un borgo concentrato intorno al castello Aldobrandesco, ma abitato da quasi il doppio degli attuali residenti. La vita di vicinato – racconta – era un’estensione della famiglia: si condividevano notizie, pietanze, giochi e silenzi, tra un uscio e l’altro sempre aperti. Neva è cresciuta a pochi passi dalla casa dove nacque David Lazzaretti, il profeta dell’Amiata, figura che ancora oggi suscita interesse e rispetto.

Con nostalgia, ricorda le giornate dell’infanzia, passate a giocare per le viuzze del centro storico, entrando e uscendo dalle case degli amici come fossero la propria. La merenda era per tutti: pane e zucchero, marmellata, castagnaccio o polenta dolce appena sfornata. Diventata ragazza, sorride al pensiero dei corteggiatori rispettosi e delle serenate sotto le finestre, segno di un’epoca in cui il pudore andava a braccetto con il romanticismo. Ma la sua memoria lucida riporta anche ai giorni più bui: il bombardamento del 1944, che colpì duramente il paese causando oltre cento vittime e radendo al suolo l’area attorno alla Torre dell’Orologio. Neva ricorda il dolore collettivo, la paura e le tensioni del periodo, segnato da violenze, rappresaglie e dalla paura diffusa. Poco dopo, un terremoto aggravò ulteriormente la già fragile situazione. Con resilienza, Neva ha poi costruito una nuova vita accanto al marito, formando una famiglia e mantenendo viva la tradizione del vicinato cordiale, fatta di sorrisi, scambi e saluti dalla finestra della cucina, come accade ancora oggi. Nel giorno del suo centesimo compleanno, Arcidosso le ha reso omaggio.