NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Caritas sempre aperta. Il pranzo di Natale più buono che c’è. Grazie ai volontari

La mensa domani ospiterà oltre quaranta persone e altre sette riceveranno il menù a casa. Chi lo vorrà potrà avere anche la cena "Vogliamo che anche per i meno fortunati sia un giorno di festa".

La preziosa e determinante macchina del volontariato non si ferma mai, nemmeno a Natale. Anzi, soprattutto in periodi come questi.

Solo grazie all’impegno e alla dedizione di uomini e donne, domani anche alla mensa della Caritas, in via Alfieri, saranno serviti circa 50 pasti. Un menu ricco per far sentire a casa anche chi la casa non ce l’ha, e soprattutto un menu che è sinonimo di un grande impegno verso il prossimo.

La mensa della Caritas anche nel giorno di Natale, insomma, sarà aperta ai suoi ospiti. A partire dalle 11.30 la signora Donatella che da 20 anni è volontaria in cucina ricorda che sarà dietro al banco e con il sorriso servirà decine di ospiti.

"Garantiamo il pranzo di Natale come del resto quelli di altri giorni di festa – commenta –. Le porte si aprono alle 11.30 e vogliamo che anche per i nostri ospiti sia un giorno di festa".

Così saranno serviti un ricco antipasto, un primo, un secondo e dolci e chi vorrà potrà portare via anche una vaschetta con il cibo da consumare alla sera.

"Abbiamo in programma 42 pasti – prosegue la volontaria che è sempre in mezzo ai fornelli – altri sette invece li prepariamo per portarli a domicilio".

Da vent’anni la signora Donatella è al servizio del prossimo. "Il covid ha aumentato di molto il nostro impegno verso i più bisognosi, la Caritas è stata un punto di riferimento fondamentale per molte persone – prosegue – , poi la guerra in un’Ucraina, anche questo evento ha visto aumentare gli accessi a nostri servizi. Dal punto di vista degli ospiti della nostra mensa, diciamo che negli ultimi due anni i numeri sono più o meno gli stessi".

Don Enzo Capitani, direttore della Caritas, spiega. "La maggior parte delle persone a cui serviremo il pasto di Natale sono uomini – spiega don Enzo Capitani – e non sono italiani". Presenti al pranzo solo 5 donne, un terzo del totale degli ospiti è di nazionalità italiana mentre il resto proviene dai Paesi del nord Africa e dall’est Europa. Essere volontari vuol dire esserlo in maniera anonima, come spiega la signora Donatella.

"Io ho un ruolo di coordinatrice ma solo perché è molto che sono qui – commenta –. La nostra forza sta nel gruppo e non nei singoli ruoli che abbiamo". Insomma essere volontari vuole dire far parte di un gruppo ed essere sempre al servizio degli altri. Quest’anno alla mensa ci saranno quattro volontari che sono fissi, cioè che hanno già fatto esperienze simili anche in passato, in più ci saranno altri tre che invece sono alla loro prima esperienza. hanno scelto di farlo proprio nel giorno di Natale, offrendo così una mano al prossimo in un giorno di festa, simbolo di pace e fratellanza.