Bonifiche Ferraresi al top Entrano Eni e Intesa S.Paolo

Firmato l’accordo strategico, di ampio respiro e di stretta collaborazione con il grande gruppo industriale e con la principale banca italiana

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Bonifiche Ferraresi spa, che ha come amministratore delegato Federico Vecchioni, uno dei manager più apprezzati e non solo in Italia, già presidente della Camera di Commercio di Grosseto, continua a crescere e ad allargare la sua area di azione, diffondendo, al tempo stesso, anche la sua filosofia d’impresa, come sta facendo anche in Maremma.

Una filofia semplice e chiara: difendere il made in Italy e le eccellenze agroalimentari italiane, rispettando in primis la sostenibilità ambientale.

E la notizia, che è arrivata proprio in queste ore, è poi straordinaria: è stato infatti firmato l’accordo strategico, di ampio respiro e di stretta collaborazione, con Eni Spa e il Gruppo Intesa San Paolo. Si tratta di operazioni collegate fra loro: la costituzione di una equity joint-venture paritetica, tra Eni e Bonifiche Ferraresi (e come vedremo anche per Intesa) per la ricerca, la sperimentazione e le analisi da parte di Bf, o di una società del gruppo quotato, su sementi di piante oleaginose per poterle utilizzare come feed-stock per le bio-raffinerie Eni, che insistono su oltre 20.000 ettari in Italia, in terreni marginali; la valutazione della possibilità di produrre economicamente le stesse sementi nei Paesi in cui Eni è presente, con la certezza quindi di sviluppare progetti pilota in uno o anche più Paesi in cui Eni opera. Nell’accordo, importantissima la sottolineatura per un’agricoltura che è già o si sta avviando verso il 5.0, anche la formazione di personale di Eni o della joint venture da utilizzare nelle filiere di sviluppo dei progetti di biofeedstock, cioè di valorizzazione delle biomasse nell’ambito dell’economia circolare.

In particolare, Bonifiche Ferraresi venderà e trasferirà a Eni, ad un prezzo pari ad euro 20 milioni, 393.750 azioni di Bonifiche Ferraresi, rappresentative del 5% del capitale sociale e 20 milioni sulla quotata BF spa (unica in Italia), per un totale quindi di 40 milioni di euro.

Il Consiglio di Amministrazione ha poi deliberato di proporre all’assemblea un aumento di capitale riservato a Intesa Sanpaolo spa, con i medesimi termini di quello riservato ad Eni.

In particolare è stato proposto all’assemblea dei soci di deliberare l’emissione di 6.201.550 azioni Bf, pari al 3,32% del capitale sociale, da offrire a Intesa. Ove l’assemblea dei soci di Bonifiche Ferraresi esprima parere favorevole alla proposta del Consiglio di Amministrazione, ma su questo crediamo non ci siano proprio dubbi, le azioni saranno sottoscritte da Intesa a un prezzo unitario di euro 3,225 per azione, per un controvalore complessivo di circa 20 milioni di euro. Anche in questo caso il prezzo di emissione esprime uno sconto di circa il 10%, rispetto al prezzo medio ponderato, registrato dal titolo Bf nell’ultimo trimestre. Come per Eni, il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto inoltre che l’esclusione del diritto di opzione trovi giustificazione nelle particolari caratteristiche di quest’ultima e della sua presenza nel mondo dell’agribusiness.

"E’ certamente una grandissima soddisfazione – commenta l’amministratore delegato Federico Vecchioni – un riconoscimento per il progetto industriale del gruppo e un rafforzamento della collaborazione sia finanziaria che operativa a livello nazionale e internazionale".

In particolare l’ingresso di Intesa nel capitale della Società si inquadra nel supporto della Banca al gruppo Bf, di cui Intesa riconosce il ruolo di primario operatore di mercato con forte attenzione ai temi Esg, cioè e questa è una garanzia assoluta, di equità globale sostenibile e focalizzato sulla filiera agroalimentare, settore fondamentale per l’economia italiana e il Made in Italy. L’investimento risulta inoltre in linea con il piano di sviluppo di Intesa Sanpaolo nel settore agroalimentare, in particolar modo nel mondo delle filiere produttive, confermato dalla recente costituzione della Direzione Agribusiness, all’interno della Divisione Banca dei Territori.