Morte per arresto respiratorio. Ci sono scritte queste parole nel certificato di morte di Manuel Lucchesi, il bambino di 18 mesi deceduto in circostanze ancora da chiarire il 21 settembre scorso a Manciano. Una morte che però si è lasciata alle spalle troppi interrogativi, a cominciare da quelli che si sono posti prima i carabinieri del nucleo investigativo di Grosseto e poi la Procura. Il Pm Pensabene infatti ha aperto un fascicolo e ha disposto l’autopsia per il piccolo che è stato sepolto nel cimitero di Manciano solo qualche giorno fa. "Per il momento non abbiamo risposte dagli esami che sono stati effettuati dopo l’autopsia – ha detto Sabrina Pollini, legale della famiglia – Per il momento sappiamo solo che si tratta di arresto respiratorio. Ma ci sono ancora tante indagini da fare, a cominciare dagli esami istologici che sono stati fatti sui tessuti, insieme a quello tossicologico". Nei giorni scorsi la procura ha anche nominato un altro specialista: il medico ha in fatti prelevato anche tessuto cerebrale del piccolo Manuel per fugare ogni dubbio se quella morte è da ascrivere alla cosiddetta "morte in culla", nonostante il range temporale dica il contrario. "E’ stato accertato – chiude il legale – che negli organi non c’erano malformazioni. Aspettiamo adesso gli altri risultati, che sono sempre in corso, prima di trarre qualsiasi tipo di conclusione". Le indagini vogliono infatti fugare ogni dubbio sulla morte del piccolo.
Cronaca"Arresto respiratorio": ancora indagini sul decesso del piccolo Manuel