Area vasta Asl Sud Est ‘Miope voler smontare il sistema sanitario a pochi anni dalla riforma’

Pagni (Camera del Lavoro), all’attacco: "Più che un ritorno al passato si provveda a correggere storture evidenti, a partire dai distretti e dalla specialistica ambulatoriale. No al ripristino del vecchio sistema".

Area vasta Asl Sud Est ‘Miope voler smontare  il sistema sanitario  a pochi anni dalla riforma’

Area vasta Asl Sud Est ‘Miope voler smontare il sistema sanitario a pochi anni dalla riforma’

"L’abitudine tutta italiana di pensare che per risolvere i problemi si debba guardare al passato e tornarci, soprattutto quando si tratta dell’organizzazione dello Stato o quella dei servizi pubblici essenziali a seconda delle congiunture politiche, specie a ridosso di periodi elettorali come quello che stiamo per vivere, non poteva non avere il proprio riverbero sul piano locale – esordisce nel suo ragionamento Monica Pagni, segretaria della Camera del lavoro Cgil di Grosseto –. Mi riferisco in questo caso alla volontà di smontare a prescindere l’organizzazione delle Asl sulla base delle Aree vaste, a pochi anni dalla loro istituzione".

La segretaria della Cgil Monica Pagni non lo dice esplicitamente ma il pensiero inevitabilmente va a quanto detto dal sindaco di Grosseto Anton Francesco Vivarelli Colonna in occasione dell’inaugurazione della "Settimana della Salute", organizzata dal Comune, che si sta svolgendo in questi giorni a Grosseto. "Dobbiamo tornare alle Asl di provincia – ha detto in quell’occasione il sindaco –. Non ci piacciono queste aree vaste. Abbiamo notato negli anni che ci sono migliorie da portare e discrepanze da attutire. Durante il convegno di sabato (domani per chi legge, Ndr.) porterò la voce dei miei cittadini laddove non è mai arrivata. Vogliamo migliorare la nostra sanità grossetana". Parole che evidentemente non sono piaciute alla Cgil.

"Sarebbe miope – prosegue infatti Monica Pagni – negare che esistano problemi evidenti, ma sarebbe molto peggio assecondare una logica di ritorno al passato incardinata sulla resurrezione di campanilismi e corporativismi. Dei quali nessuno sente sinceramente il bisogno".

"Tralasciando in questa occasione le attuali gravissime responsabilità del governo Meloni nel proseguire, peggiorandolo, col definanziamento del sistema sanitario nazionale, il tema all’ordine del giorno in Toscana è quello di mettere a frutto le economie di scala che le aziende sanitarie di area vasta possono produrre, conciliandole con l’articolazione dei servizi sui territori – continua Monica Pagni – Questo significa valorizzare le cose positive che ha comportato il processo di aggregazione, e correggere le evidenti storture del sistema. E questo non si può fare partendo da una visione addirittura comunale o, in alternativa, dagli appetiti dirigenziali dei professionisti sanitari". E allora cosa fare? "Dove il meccanismo è inceppato – conclude la segretaria della Cgil – e questo sicuramente vale per la sanità territoriale e nella specialistica ambulatoriale, occorre intervenire ripristinando una catena delle responsabilità nelle decisioni che sia trasparente ed efficace. E consenta la reale partecipazione di amministratori e cittadini alle scelte, come prevede la nostra Costituzione. Sempre, non solo quando si avvicina una scadenza elettorale".