
Alluvione del 2012. Chiede il risarcimento. Il tribunale lo condanna
La sua casa fu invasa dall’acqua tra le 2 e le 3 del mattino del 12 novembre 2012. Era l’alluvione che colpì Albinia: l’onda di piena dell’Albegna che ruppe in più punti e che si unì alla piena del Magione. La sua cantina fu completamente sommersa. Il proprietario di casa era riuscito a sopravvivere a quell’ondata di piena, respirando nella bolla d’aria che si era formata tra il livello dell’acqua che aveva invaso le stanze e il soffitto dell’abitazione, da cui l’uomo era uscito a nuoto. Nel 2017 si era rivolto al Tribunale regionale delle acque pubbliche nella corte d’appello di Firenze, chiedendo un risarcimento di quasi 61mila euro alla Provincia, alla Regione e al Consorzio di Bonifica 6 Toscana Su Est. Il ricorso presentato dall’uomo è stato respinto e il collegio del Tribunale della acque hanno condannato l’uomo a rifondere a ciascuno degli enti pari a 14.103 euro. Secondo l’uomo che si era rivolto al tribunale, infatti, nei mesi precedenti all’alluvione non era stata fatta una corretta manutenzione ordinaria e straordinaria sull’alveo e sugli argini del fiume Albegna. Accusa smentita dal ctu nominato dal tribunale. "I fattori metereologici che hanno interessato il bacino dell’Albegna – si legge nella sentenza – hanno avuto un carattere del tutto eccezionale". In 36 ore, "l’andamento delle precipitazioni e dei relativi tempi di ritorno delle piogge registrate dai pluviometri – scrivono ancora i giudici – sono riconducibili ad eventi caratterizzati da tempo di ritorno in molte aree superiori a 200 anni, e in alcuni casi anche superiore ai 500 anni". Oltre a questo, c’era la questione delle manutenzioni. Manutenzioni che il Consorzio di bonifica ha dimostrato in tribunale di aver sempre fatto. Per questo, la richiesta di risarcimento danni è stata respinta.