Riccardo Bruni
Cronaca

Alberese, qui l’erosione ha trovato un antidoto

La soluzione: barriere soffolte con massi disposti trasversalmente alla costa Lucia Venturi: "I pennelli rallentano l’aggressione delle correnti e delle onde"

La soluzione contro l’erosione costiera potrebbe esserci. Ed è quella sperimentata ad Alberese, lungo l’area del parco, che sta dando risultati più che incoraggianti.

La spiaggia, anche da queste parti, qualche anno fa era ridotta piuttosto male. E i primi alberi della pineta retrostante si erano seccati per via dell’acqua salata arrivata ormai alla vegetazione.

In un primo momento, l’intervento prevedeva anche una fase di ripascimento. Che però è stata stralciata e non eseguita. Questo per due motivi. Perché il ripascimento dove fatto si è dimostrato piuttosto inutile, con spiagge rimpinguate costosamente e tornate in pessime condizioni dopo la prima mareggiata, e perché un intervento strutturale prometteva esiti migliori. Le barriere soffolte, installate più o meno cinque anni fa, sono state realizzate con massi di pietra e disposte trasversalmente alla costa. Bloccano l’azione erosiva delle correnti e del moto ondoso, accumulano sabbia che poi si distribuisce lungo la costa. È questo il modello al quale la Regione sta guardando anche per gli altri tratti di costa, sia a sud sia a nord di Alberese.

"La spiaggia di Alberese era profondamente compromessa dall’erosione – ricorda Lucia Venturi, presidente del Parco – e questo aveva creato diversi problemi. Non solo per la fruizione della spiaggia, ma anche per la protezione della vegetazione. Il minor apporto della foce dell’Ombrone, ma anche cambiamenti climatici e una naturale trasformazione dell’ambiente erano le cause principali. Così, la Regione ha finanziato con fondi europei questo progetto, costato in tutto undici milioni, che per ora sta funzionando".

"Questi pennelli sott’acqua – spiega la presidente del Parco – hanno rallentato l’aggressione delle correnti e del moto ondoso e hanno creato un serbatoio di sabbia poi ceduta alla spiaggia".

I risultati sono arrivati. Tanto che la Regione Toscana sta puntando su questo modello anche per gli altri tratti di costa del Parco stesso e ha avvitato per questo scopo un monitoraggio costante nella zona.

"I pennelli sono stati realizzati utilizzando blocchi di massi estratti dalle cave territorio – prosegue la presidente – quindi senza cemento. Così si è ricreato un ambiente naturale, una volta conclusi i lavori. Si trovano vicini alla costa, dove i mezzi nautici comunque non possono navigare, e non rappresentano quindi alcun pericolo per le barche".

Altro accorgimento usato da sempre su questa fasca di litorale, proprio come avviene lungo tratto di Burano, per esempio, è la pulizia a mano della spiaggia. Ovvero, senza l’uso di mezzi pesanti.

"Quel tipo di mezzi – spiega la Venturi – porta via troppo dalla spiaggia e la indebolisce. I legni, per esempio, non vanno portati via dall’ambiente dove si trovano. Perché sono habitat di piccole specie, che magari a occhio nudo nemmeno si vedono, ma anche perché la presenza di materiale legnoso aiuta a trattenere la sabbia e, a mano a mano che si sbriciola, ricostituisce il sedimento stesso".

Una ricetta che potrebbe valere la pena di provare anche in altri tratti. Del resto, i risultati di vedono. La spiaggia ad Alberese è tornata ed è rimasta.

"Teniamo comunque presente – conclude il presidente del Parco – che non esiste un progetto in grado di andare bene per tutti i territori. Perché ogni tratto di costa ha le sue caratteristiche specifiche che devono essere approfondite prima di intervenire". Insomma, bisogna studiare.