MICHELE MANZOTTI
Firenze

Un Vivaldi inedito torna alla luce grazie a livornese Doc

La scoperta del musicologo Federico Maria Sardelli: "Un caso, l'ho trovata sulla mia scrivania"

Federico Maria Sardelli (Luca Moggi / New Pressphoto)

Firenze, 9 febbraio 2015 _ E' una delle prime composizioni di Antonio Vivaldi, se non la prima. Una sonata rimasta inedita, rinvenuta in una biblioteca tedesca e riconosciuta come vivaldiana dal musicologo e direttore d'orchestra Federico Maria Sardelli. livornese Doc, che è anche responsabile del catalogo dell'autore vissuto a cavallo tra i secoli XVII e XVIII. L'orchestra da lui diretta, Modo Antiquo, eseguirà stasera il brano in prima mondiale alla Galleria degli Uffizi come concerto d'apertura della mostra Gherardo delle Notti. Con lo stesso Sardelli parliamo della composizione.

Come si riesce a stabilire che un pezzo è di un autore ben identificabile?

«Innanzitutto ogni scoperta è diversa dall'altra e non basta l'aspetto stilistico a stabilire l'attribuzione di un brano, cos' come succede per un dipinto. Ci sono vari parametri di cui tenere conto come ad esempio il tipo di carta o il copista. In questo caso, e a sua volta, se è un copista conosciuto perchè nel caso di Vivaldi ne abbiamo censiti cinquanta. Tutte persone che hanno collaborato con Vivaldi stesso».

In questo caso come è andata?

«Le scoperte si fanno in mille modi, dal cassetto alla soffitta nei casi fortuiti o dopo ricerche lunghe e mirate. Nel mio caso è stata fortuita perché l'ho trovata sulla scrivania a casa. Mia moglie Bettina Hoffmann sta scrivendo un libro sulle composizioni per strumenti ad arco con i bassi e collezione manoscritti da tutta Europa. Tra questi una stampa da un file pdf riferita all'attività del violinista Johan Georg Pisendel, che comprendeva una citazione vivaldiana consistente e autentica».

Quali ulteriori verifiche sono state fatte?

«Michael Talbot, musicologo che fa parte del comitato editoriale dell'Istituto Antonio Vivaldi, ha fatto ulteriori accertamenti sulla filigrana. Pisendel svolse la sua attività ad Hansbach, portando con sé le composizioni per la nuova cappella di musica, dove conobbe Giuseppe Torelli. Questo può avvalere l'ipotesi che Vivaldi sia stato allievo di Torelli».

Che caratteristiche ha la composizione?

«E' una composizione di Vivaldi prima che diventasse il Vivaldi che conosciamo noi. E' una sonata in sette movimenti di gusto tardo seicentesco per violino, violoncello e basso, con il violoncello concertante. All'interno ci sono due microsonate, una per violino e violoncello solista».

Quando ha deciso che poteva essere finalmente eseguita?

«Ci ho messo un po' di tempo a verificare che fosse realmente vivaldiana, poi ho revisionato lo spartito per l'edizione critica di Ricordi per l'Istituto Vivaldi. Dopo il concerto degli Uffizi inizierà la registrazione. Così la sonata potrà finalmente rivivere dopo oltre 300 anni».