Veleno di vipera. Ecco cosa fare (ed evitare) dopo un morso

I sintomi, le conseguenze e i falsi miti: lo shock del siero può essere più fatale del morso della vipera stessa. Fondamentale rivolgersi al 118

Vipera

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Firenze, 20 agosto 2022 – Con la primavera le vipere si incontrano più facilmente, e non solo nei boschi, ma anche in campagna e in collina, nei prati dove l’erba è alta o ci sono mucchi di pietre.

Non predilige le zone aride, piuttosto quelle vicine a sorgenti d’acqua come ruscelli, laghi, fiumi e paludi. Essendo un animale a sangue freddo, di giorno esce per riscaldarsi al sole e se minacciata attacca facilmente.

Pur essendo serpenti velenosi presenti in quasi tutte le regioni d’Italia, la vipera non sempre inocula col suo morso il veleno: fortunatamente nel 30 per cento dei casi il morso è “secco”, e il veleno non risulta tossico e raramente mortale. Di seguito qualche indicazione utile, ricavata da siti di primo soccorso, che certamente non vuole sostituire il fondamentale intervento dei sanitari competenti.

La prima cosa da fare infatti, se morsi da una vipera, è contattare immediatamente il 118. Alcuni accorgimenti sono indicati dal sito www.humanitas.it Come riconoscere una vipera Ha una testa schiacciata e quasi triangolare se vista dall’alto, un corpo affusolato che presenta disegni a zig zag, e lungo che può arrivare fino a 80 centimetri, dal colore che va dal grigio al rossiccio. Ha una coda a punta e la pupilla è verticale come quella dei felini, e non circolare come invece lo è quella degli altri serpenti. Come riconoscere il morso di una vipera I due denti veleniferi lasciano due punti rossi (a volte solo uno) ben visibili, distanti un centimetro l’uno dall’altro. Gli effetti del veleno In pochi minuti, nel punto in cui si è stati morsi, compaiono gonfiore, eritema o arrossamento, dolore locale, bolle, bruciore ed ecchimosi. Il primo sintomo del veleno è il formicolio, poi sopravviene la cianosi (la zona diventa di colore bluastro) che si espande rapidamente. Il soggetto avverte dolore e dopo un’ora sopraggiungono tutta una serie di altri sintomi nel corso delle 24 ore: nausea, dolori muscolari, diarrea, a volte si vomita sangue, abbassamento della pressione arteriosa, senso di vertigine e turbe a carico del sistema nervoso. Lo shock può far perdere conoscenza e si può arrivare anche al collasso. Se il dolore locale non compare entro tre ore, si può escludere l’intossicazione. Cosa fare quando si viene morsi Chiamare subito il 118. Avendo cura di spostare il meno possibile la persona ferita, è importante trasportarla in breve tempo in ospedale. La persona che viene morsa deve essere sdraiata e rimanere immobile e tranquilla, perché ogni movimento e agitazione può far spargere più repentinamente il veleno. Si devono sfilare subito anelli, bracciali o orologi. Qualche centimetro sopra la ferita si deve stringere un laccio o un bendaggio, non troppo stretto perché non si deve fermare la circolazione del sangue ma solo quella linfatica per rallentare la diffusione del veleno. Sulla parte del corpo che è stata morsa si può applicare del ghiaccio e si può lavare la zona con acqua e sapone, disinfettando se si ha a disposizione acqua ossigenata. Cosa non si deve fare Non bisogna assolutamente lavare la ferita con alcol o prodotti che lo contengono, perché è capace di aumentare la tossicità del veleno. Non si deve mai cercare di succhiare con la bocca il veleno, perché attraverso microferite presenti in bocca il soccorritore può assumere a sua volta il veleno. Non si deve dare da bere all’infortunato sostanze alcoliche, perché essendo vasodilatatori producono come conseguenza un abbassamento della pressione. Non serve a nulla fare un’incisione della cute tra i segni del morso, perché il veleno entra in circolo con la circolazione linfatica. Non si deve iniettare il siero se non si è in ospedale, per due motivi: perché dopo ore tenuto a temperatura ambiente si altera e perde la sua efficacia; e poi perché la sua reazione va attentamente monitorata: in caso di shock può essere fatale, più del morso della vipera stessa. Maurizio Costanzo  

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