ALESSANDRO LATINI
Fiorentina

Fiorentina, l’analisi di Pradè: "Ho pensato di fare un passo indietro. Vogliamo vincere qualcosa"

Il direttore sportivo della Fiorentina ha risposto alle domande dei giornalisti per circa un'ora a conclusione della sessione estiva di calciomercato

Il direttore generale viola Daniele Pradè (Fotocronache Germogli)

Il direttore generale viola Daniele Pradè (Fotocronache Germogli)

Firenze, 10 settembre 2025 - Conferenza stampa di fine mercato, tenuta da Daniele Pradè all'interno del Media Center del Viola Park. Il ds della Fiorentina ha raccontato strategie e retroscena del lavoro estivo. "L'ultima volta che ci siamo visti, il giorno dopo si è dimesso Palladino. Siamo partiti con il rinnovo di De Gea, poi con l'arrivo di Pioli, Fazzini, Viti e Dzeko e poi tutto il resto. Non c'è una cosa che non abbiamo condiviso insieme".

Avete avuto paura di perdere Kean?

"C'è sempre stata grande trasparenza su questo tema: a Cagliari lui ha incontrato Commisso che gli ha detto che lo avrebbe voluto tenere e da lì siamo ripartiti. Abbiamo lasciato tutto nelle mani di Moise dopo la fine della clausola ma la nostra decisione l'avevamo già presa".

Qual è stato il miglior colpo dell'estate?

"Siamo soddisfatti, abbiamo portato a termine tutto ciò che volevamo. L'obiettivo era patrimonializzare la rosa questa estate: dopo i tanti prestiti dello scorso anno, abbiamo riscattato chi volevamo tenere - Gosens, Fagioli e Gudmundsson - e abbiamo aumentato poi il valore della rosa con tutti gli altri acquisti. Non ci sono stati acquisti mancati, siamo stati squadra. Abbiamo soli due prestiti, Viti e Nicolussi che hanno riscatti abbordabilissimi, e vediamo alla fine dell'anno cosa accadrà con loro".

Il rinnovo di Kean è ciò che l'ha soddisfatta di più?

"E' una soddisfazione che condivido con tutti: ci è costato fin qui 15 milioni, bonus compresi, e il valore suo oggi lo decide il mercato. Moise ha sposato Firenze e la Fiorentina, si vede che gioca in campo con molta gioia. E quando è felice, gli può riuscire di tutto".

Come nasce l'acquisto di Piccoli?

"Inizialmente il Cagliari ci aveva chiesto 30 milioni ma la trattativa parte da tempo. Oggi pagare un attaccante 25 milioni è anche poco. E mi fa piacere che in settimana abbiano segnato in Nazionale sia Dzeko che Kean: ci sentiamo molto completi".

Qual è l'obiettivo del club quest'anno?

"Vogliamo vincere qualcosa, è normale. Ci siamo arrivati molto vicino. Abbiamo fatto 65 punti l'anno scorso e sono tanti e il fatto di non fare l'Europa League ce lo sentiamo addosso. Vogliamo migliorarci sempre ma penso che il mercato fatto abbia dato la dimostrazione della forza di questa società. Abbiamo speso 90 milioni di euro, 92 per l'esattezza".

Che estate è stata per lei alla luce della contestazione della curva alla fine della scorsa stagione?

"Abbiamo lavorato tanto, abbiamo fatto tante operazioni. Io conto poco... certo, ci ho pensato a fare un passo indietro... è normale. Ma la critica ci sta, è giusta. Ma mi ha spinto la fiducia di Firenze, la compattezza e la connessione che ho con tutta la società. Questa grande unione non l'ho mai trovata nella mia carriera, e forse non la ritroverò".

Ci può fare un punto sul monte ingaggi?

"Il monte ingaggi è aumentato ma lo abbiamo fatto con consapevolezza. Sugli altri rinnovi ci stiamo lavorando, con Mandragora ci incontreremo a breve. Su Dodo posso dirvi che è un giocatore che ci dà gioia e divertimento. Cercheremo in tutti i modi di rinnovare anche se i rapporti con l'agente non sono facilissimi. Loro volevano un prezzo di uscita ma non glielo abbiamo dato. Lui si sta allenando benissimo e sta dando tutto".

Com'è ricaduta la scelta su mister Pioli?

"Non ci sono retroscena sulla scelta di Pioli. Sicuramente le dimissioni di Palladino sono state inaspettate: lui ha fatto un ottimo lavoro, forse anche io sono stato troppo entrante in alcune situazioni... come a Monza, Verona e Venezia. Ma è anche il mio lavoro dare stimoli e scosse. Ci siamo messi subito a lavoro dopo la decisione di Raffaele e lo abbiamo chiamato il giorno successivo. Non abbiamo puntato su altri allenatori, lui ci ha dato carta bianca. Il suo agente rappresenta in Italia anche De Gea ed è stato più facile: era lui fin da subito il nostro allenatore".

Ci spiega i "movimenti" attorno a Gosens e Comuzzo?

"Su Robin abbiamo avuto un'offerta irrinunciabile per un giocatore di 30 anni, ma noi in questo gruppo puntiamo molto sugli uomini e lo abbiamo tenuto. Per Pietro abbiamo ricevuto un'offerta enorme da parte dell'Al Hilal ma la sua scelta è da rispettare: non era pronto per questa decisione. Deve dimostrare che è già un uomo oltre che un calciatore forte. È un'altra medaglia che il nostro settore giovanile si mette addosso, come Martinelli, Fortini, Kouadio, Ndour... Abbiamo rifiutato tante offerte: per Pablo Marì, per De Gea..."

Come si spiega la scelta di avere cinque quinti di centrocampo?

"Sono tanti perché abbiamo Gosens e Parisi, dal quale vogliamo tanto di più e glielo abbiamo dimostrato allungandogli il contratto di un anno. Lamptey è un giocatore che ci piaceva da tanto tempo e poi abbiamo Fortini che ora sta bene e sul quale crediamo molto".

Il passivo della società sul mercato è importante: ci sarà una cessione importante a gennaio?

"Non è intenzione del club quella di cedere, la nostra idea è quella di patrimonializzare per cui non c'è l'idea di vendere. Poi certo, ci sono sempre le offerte irrinunciabili".

Qual è il suo rapporto con Lucci, in virtù dei tanti acquisti fatti?

"Nella prima mia avventura sono arrivati Badelj, Vecino e Cuadrado. Noi siamo una società che lavora con tutti, non siamo nemici di nessuno. Se un agente ci serve, ci lavoriamo. Poi ovviamente ci sono i rapporti tra persone ma noi siamo "open", lavoriamo con tutti".

Perché Valentini se n'è andato?

"Lui si è trovato bene a Verona, il ds Sogliano è innamorato di lui e abbiamo pensato che un altro anno di crescita ci potesse stare. Noi siamo molto fiduciosi di Viti".

Le trattative per Lindeloff e Ceballos ci sono state? Fortini poteva partire?

"Fortini lo voleva tutta la B e quattro squadre di Serie A. Lindeloff era legato alla partenza di Comuzzo e siamo contenti che sia rimasto. Forse abbiamo fatto anche una brutta figura con lo svedese. Su Ceballos non c'è mai stato nulla".

Come valuta la fine del rapporto con Beltran?

"Il suo comportamento è sempre stato eccezionale in questi anni e noi abbiamo avuto un comportamento in linea con lui. Lui è ancora un nostro giocatore e per ogni suo gol ha dei bonus importanti: per lui faremo sempre il tifo. Ha rifiutato Flamengo e la Russia".

C'è mai stato nulla di concreto su Kessie?

"C'è stata una chiacchierata. Lui aveva manifestato al mister la voglia di tornare in Italia ma non ci sarebbero mai state le condizioni economiche per poterlo fare, causa problemi fiscali. Non siamo mai entrati nella trattativa".

Perché Bianco se n'è andato?

"Lui è stato chiaro con noi, lui aveva voglia di giocare e noi lo abbiamo aiutato a fargli fare la scelta giusta andando all'estero".

Come si è evoluta la trattativa per Gudmundsson?

"Lui voleva stare qua, il mister lo voleva, il nostro rapporto col Genoa va bene e dunque abbiamo trovato una soluzione che è andata bene a tutti quanti".

Come mai avete promosso Martinelli?

"E' stato argomento di discussione giornaliero ma lui è forte e davanti a sé ha De Gea e due preparatori bravissimi che lo faranno crescere. Sono certo che si ritaglierà qualche spazio".

I tanti italiani in rosa sono una richiesta del presidente?

"Sì, arriva da lui. Spendo volentieri delle parole di Lezzerini, che ha scelto di venire qui nonostante tante richieste: sente molto la Fiorentina. Anche Fazzini è un giovane che diverterà forte, non solo per noi ma anche per la Nazionale".

35 milioni per Comuzzo sono un'offerta irrinunciabile?

"Da direttore dico di sì, sono un'offerta a cui non si può dire di no. Ma io sono un dirigente, la proprietà è un'altra cosa".

Come mai avete puntato su Kospo?

"Lo abbiamo seguito tanto, il nostro responsabile del settore giovanile si è tanto interfacciato per tutto l'anno con Goretti: siamo felici di averlo preso, ci puntiamo molto".

Alessandro Latini

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