Batistuta presenta il docufilm e parla dei viola: "Ribery colpo di fortuna"

Il Re Leone non le manda a dire: «In pochi credevano all’esplosione di Franck. La Fiorentina fa quel che può»

Gabriel Batistuta, 50 anni, ha parlato della Fiorentina di oggi rispetto a quando lui indo

Gabriel Batistuta, 50 anni, ha parlato della Fiorentina di oggi rispetto a quando lui indo

Roma, 24 ottobre 2019 - Un lungo viaggio da Reconquista fino a Firenze. E poi di nuovo in marcia verso Roma, Milano, ancora la vita nella propria fazenda e l’incubo dell’amputazione delle gambe. Ha finalmente visto la luce il docufilm dedicato alla vita di Gabriel Omar Batistuta, pellicola realizzata grazie alla regia di Pablo Benedetti e alla produzione di Sense Media. «El número nueve» (questo il titolo scelto per il film presentato ieri a Roma) è stato svelato nella Capitale nel corso della Festa del cinema, in particolare nell’ambito della 17ª edizione di «Alice nella città». Una giornata davvero intensa quella vissuta dal Re Leone, tornato da poco in Italia dopo la prima operazione avuta alla caviglia a Basilea e le prime sedute di riabilitazione in riva all’Arno: prima l’argentino ha assistito alla proiezione del video assieme agli studenti di alcune scuole di Roma, poi nel pomeriggio ha tenuto una lunga conferenza stampa dove sono state ripercorse le principali tappe di vita privata e professionale di Batistuta, che poi in serata ha ricevuto l’abbraccio di tanti ex compagni di squadra: «Sono felice di aver regalato emozioni, il calcio è anche questo» ha raccontato Batigol, che sta ancora indossando un tutore alla caviglia sinistra dopo essere finito sotto i ferri a inizio ottobre - «Dopo tanto tempo che ho tenuto tutto nascosto, anche per proteggere me e la mia famiglia, ho deciso di raccontarmi. Gli adolescenti fanno fatica a scegliere cosa fare nella vita, per me invece è stato semplice. Le persone vedono solo la partita ma non conoscono le nostre sofferenze e difficoltà, ho voluto che venisse fuori anche questo. Ho smesso di giocare da venti anni e la mia immagine è ancora forte, questo mi dà soddisfazione. Sono felice che la gente si ricordi di me».

Spazio poi ai ricordi, con i temi legati a Firenze e alla Fiorentina in primo piano: «I viola stanno facendo quello che possono fare, né più né meno. Quella di Montella è una squadra fatta di corsa, dopo il cambio di proprietà. L’esplosione di Ribery è un gran colpo di fortuna, visto che nessuno si aspettava di vederlo così - ha proseguito Batistuta, che presto tornerà a Firenze per proseguire le cure - Io cercherei di mettere in campo un centravanti per sfruttare ancor di più le giocate di Franck e di Chiesa: penso che Vincenzo in tal senso stia lavorando tanto e bene». E a chi gli chiede se a Firenze, così come a Roma, sia ancora possibile vincere qualcosa, Bati risponde così: «Niente è impossibile: la Juventus vince da anni perché lavora bene. Ecco perché lo può fare anche la Fiorentina, anche se non sarà facile. Va fatto un percorso, ci son tante componenti per far sì che una squadra abbia successo. In certi casi, servirebbe meno entusiasmo e più lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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