ANDREA GIANNATTASIO
Sport

Bad boy? No, solo Zaniolo. Ritorno e voglia di riscatto: "Questa è la mia famiglia. Vinciamo la Conference»

Il talento si presenta: "Di nuovo a casa, Kean un campione. Ruolo? Esterno destro"

Tifosi della Fiorentina nei distinti mentre seguono la partita con attenzione e partecipazione

Tifosi della Fiorentina nei distinti mentre seguono la partita con attenzione e partecipazione

Non chiamatelo bad boy, non provateci proprio. Quell’espressione, Nicolò Zaniolo, non vuol più sentirla nominare. Anche perché adesso che è tornato a casa ("Nella mia famiglia, quella che mi ha visto andar via da sedicenne e mi ritrova oggi a 25 anni"), il numero 17 della Fiorentina ha solo voglia di dedicarsi a quello che potrebbe essere lo step più importante della carriera: "Io so quello che valgo. So cosa posso dare" ha ribadito il classe ’99: "L’appellativo di "testa calda" non mi appartiene, mi è stato affibbiato da fuori. Mi sono sempre trovato bene in tutti i posti in cui sono stato, se si eccettua il modo in cui mi sono lasciato con la Roma".

Dunque per lei, Zaniolo, Firenze è speciale... "Ho ritrovato dopo tanti anni un sacco di persone che conoscevo. Nessuno è cambiato ed è per questo che sono emozionat. Ringrazio i direttori che hanno creduto in me dal primo giorno".

Allora perché in estate ha scelto di andare all’Atalanta, nonostante l’interesse viola? "A giugno avevo davanti a me queste due possibilità e alla fine ho scelto di andare a Bergamo, ma visto che giocavo poco e la Fiorentina non ha mai smesso di cercarmi ho optato per il cambio di maglia".

Cosa accadde nel 2016? Perché se ne andò da Firenze? "Fu una decisione della vecchia società: fu forse la mia fortuna perché qui ero chiuso e alla Virtus Entella ho iniziato a dimostrare il mio valore".

Si è già dato un obiettivo su quella che è la sua seconda esperienza fiorentina? "Vincere la Conference, perché no. L’abbiamo sfiorata due volte negli ultimi anni e, come si suol dire, magari la terza occasione è quella buona. Questo è un gruppo forte, ecco perché non dobbiamo porci limiti, compreso quello di andare in Champions".

Come si vede in questa Fiorentina? "Posso fare anche la prima punta ma il mio ruolo naturale è quello di esterno destro. Poi… so di entrare in uno spogliatoio compatto: con l’Inter nonostante fossimo in difficoltà a livello di organico, sembrava che stessimo giocando in tredici".

Intanto ritroverà il suo amico Kean… "Un fratello, voglio farlo esultare al più presto. Non mi stupisce il suo rendimento".

A Bergamo invece si è parlato di un rapporto non idilliaco con Gasperini… "Non ho mai avuto alcun problema col mister, anzi mi ha migliorato. Lui poi ha avuto le sue idee ma non vivo questa esperienza come una rivincita nei suoi confronti".

Una curiosità: ci spiega la scelta della maglia numero 17? "Era il numero preferito di un giovane tifoso del Galatasaray che è morto nel terremoto che ha colpito la Turchia: fu suo padre a chiedermi di usarlo e ho deciso di indossarlo anche qui". Altro che bad boy.

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