Tosca, l'autorevolezza della voce

L'artista ha presentato il repertorio di Direzione Morabeza al Teatro Romano di Fiesole

Tosca a Fiesole (foto Music Pool)

Tosca a Fiesole (foto Music Pool)

Fiesole, 23 luglio 2020 - Meno male che esistono anche interpreti per i quali l'aggettivo straordinario non è un'esagerazione. Anzi, straordinaria, dato che parliamo di Tiziana Tosca Donati, in arte Tosca. Fortunatamente per lei, la sua buone esposizione televisiva. le permette di non essere un'artista di nicchia. Anzi, il suo merito è quello di portare in contesti come quello del Festival di Sanremo una sensibilità straordinaria, che si confronta (e vince) con linguaggi che per nostro parere definiamo meno nobili. Questo le permette anche di portare in tour con successo progetti di alto livello. Come l'ultimo album Morabeza, che ha originato i concerti di Direzione Morabeza. Una delle tappe si è tenuta al Teatro Romano di Fiesole. Con lei quattro musicisti, prima fra i pari Giovanna Famulari a pianoforte, violoncello, clavietta e glockenspiel, le sorelle Alessia (percussioni) e Fabia Salvucci (voce e percussioni) e il chitarrista Massimo De Lorenzi

Una serata dove Tosca e i suoi collaboratori sul palco hanno mostrato uno stato di grazia presentando un repertorio impegnativo, Greco, arabo, spagnolo, francese, portoghese e altre lingue si sono incrociate con l'italiano (e alcuni dialetti della nostra penisola) formando un caleidoscopio di suoni dove l'importanza dell'elemento ritmico conviveva con il grande gusto per la melodia. Inoltre la solista ha affrontato oltre due ore di spettacolo, mettendo in mostra una grande capacità vocale nell'ambito di un programma variegato. Tra i momenti più alti Ibrahim (in macedone), Nongqongqo (in zulu). Piazza Grande nella versione mista italiano/spagnolo, la francese Comme s'il en pleuvait. Immancabile a fine scaletta il brano di Sanremo 2020 Ho amato tutto, perfetto esempio di recitar cantando attuale, un genere che si addice alla solista. Tra i fuori programma il Duetto dei gatti di Gioachino Rossini e l'Inno di Mameli trasformato in una ballata melodica, per dare l'arrivederci a un pubblico conquistato già dalle prime note.

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