Preziosi: "Riaccendere le luci dei teatri"

Domani la manifestazione. L’attore e regista candidato ai Nastri d’Argento col docu-film che racconta i terremoti dal Belice in poi’

Alessandro Preziosi

Alessandro Preziosi

Firenze, 21 febbraio 2021 - «Alla Pergola? non vedo l’ora di tornarci: con Stefano Accorsi si è aperta una strada di rinnovamento della gestione di programmi e iniziative. Stefano è uno degli attori più lucidi e attivi della nostra generazione: dall’Italia, già anni fa, è andato in Francia a lavorare. Che io sappia è l’unico attore famoso che è riuscito a fare tournée con i figli non curandosi delle difficoltà logistiche". Alessandro Preziosi è energia, creatività, allegria, impegno. Oggi sarà a fare sopralluoghi ai piedi dell’Etna dove sono installate alcune sculture realizzate per il parco del vulcano. Convinto testimonial di questa avventura di performing art. Preziosi cosa sta bollendo in pentola? "Domani con l’associazione Unita – Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo –, che mette insieme i lavoratori dello spettacolo riaccenderemo le luci di tutti i teatri d’Italia. Perchè il teatro si illumini per difendere la cultura. E’ un invito simbolico a direttori di teatro, artisti e cittadini a presidiare, in sicurezza, le sale troppo a lungo rimaste chiuse. Siamo tantissimi, da Vittoria Puccini, Cristiana Capotondi, Fabrizio Gifuni: molti attori e registi sono coinvolti. Un’istanza indirizzata anche al governo a cui ci siamo rivolti in delegazione". Se dico ’La legge del terremoto’? "E’ il documentario cinematografico dove sono protagonista e regista, fatto con Carmelo Pennisi e Tommaso Mattei. Nella narrazione parto dal sisma che colpì il Belìce nel 1968, primo terremoto del dopoguerra con una grande eco mediatica, e guardo ad altri eventi sismici tra i più rappresentativi dei tanti che hanno colpito l’Italia nella sua storia recente: Friuli 1976, Assisi 1997, L’Aquila 2009, Amatrice 2016 e soprattutto Irpinia 1980, il cui quarantesimo anniversario ricorre quest’anno". E’ tra i 5 candidati dei finalisti ai Nastri D’Argento, giusto? "Sì come docu-film. Mi è venuta l’idea di raccontare l’Italia così, attraverso i terremoti. Io stesso sono un sopravvissuto a quello dell’80 in Irpinia perchè mio padre era sindaco dimissionario di Avellino. All’improvviso tutto è cambiato e ci siamo trasferiti a Napoli, giungla antropologica umana perfetta per la mia vita inquieta. Ed è in questo cambiamento il motivo del racconto". Perché? "A ritroso nel tempo ti rendi conto che cerchi di stabilire le origini delle possibilità che ti offre la vita. Possibilità che nascono spesso da cose dolorosissime come i terremoti. In un attimo ti rendi conto che la tua vita non è più quella vissuta fin qui". Preziosi lei è stato candidato ai Nastri dai giornalisti . "E per me è stata una grande emozione. Per ’La legge del terremoto’ alcuni tuoi colleghi mi hanno ringraziato di aver pensato a una narrazione simile". Ha finito di girare a Napoli la Peste di Camus per la regia di Francesco Patierno. "Un’esperienza umana pazzesca. Forse per volta della mia vita in cui mi sono reso conto che chi rimane in vita ha il dovere di correre in soccorso all’altro. Più che un film è una specie di bandierina, un imprevisto messaggio politico per dire che cinema arte e letteratura suggeriscono come affrontare le cose attraverso le parole dei grandi pensatori". Ritrovare Camus. "Come altri intellettuali quando scrivevano, aveva contatto con la realtà, un modo di affrontare le tematiche sociali, che oggi ci sogniamo. E questa sua voce meravigliosa che con precisione ti porta in concetti, informazioni, pensiero e parole".  

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