Elezioni amministrative, Bocci lancia la sfida: "Firenze, ti cambierò così"

"La tramvia? Ripensiamola". Aeroporto? Bloccato dal Pd. La Foster? Meglio un campo di cricket"

Ubaldo Bocci (New Press Photo)

Ubaldo Bocci (New Press Photo)

Firenze, 3 aprile 2019 - La finestra del suo ufficio in piazza della Signoria guarda direttamente su Palazzo Vecchio. La domanda, per questo, viene quasi scontata: «Ha già pensato se dovesse trasferirsi lì a quale sarà la prima cosa che farà». E lui: «Una tramvia da qui a lì, o cos’altro?». E già una risata fiorentina, disincantata e ironica. Ubaldo Bocci, manager di Azimut, da sei mesi è il candidato in pectore del centrodestra per sfidare Nardella. Sei lunghi mesi di tira e molla, di vertici decisivi che dovevano esserci e poi non c’erano mai, quindi quattro giorni fa la svolta. Il tavolo romano fra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia ha detto sì e Salvini è venuto di persona a Firenze per spingerlo laicamente alla conquista di Palazzo vecchio.  Bocci, dica le verità, in questi mesi sui rulli ha mai pensato di non farcela a essere candidato? «Guardi, non è mai stata una mia preoccupazione. Mi sono messo a disposizione ed eccomi qua». Non teme che questa attesa possa averla danneggiata? Nardella da mesi è in campagna elettorale... «Infatti lo vedo da quante strade sta riasfaltando: ma non basterà, mi creda». Renzi dice che la sua candidatura è nata ad Arcore... «A parte che nemmeno so dove sia Arcore, è buffo che a sostenere ciò sia uno che 5 anni fa ha detto: “Questo è il mio candidato, votatelo!“». A proposito di Renzi: sui social gira una sua foto accanto a lui e un sacco di voci maligne...  «Questa è più buffa ancora». Spieghi. «Siamo nel 2015 all’inaugurazione dell’Expo a Milano ed eravamo allo stand della mia associazione, l’Unitalsi, quando veniamo a sapere che c’era il premier in visita». Così? «Così pensammo che sarebbe stato carino fargli visitare un’associazione che avrebbe portato 2000 disabili da tutta Italia all’evento. Lo chiamammo, venne, facemmo una foto e questo è stato l’unico contatto avuto in vita mia con Renzi. Mai piu’ rivisto».  Politicamente cos’è stato per lei il renzismo per Firenze? «Un sistema di potere e basta». Com’è nata la sua candidatura? «Qualcuno fra amici ha buttato là il mio nome: “Perché non fai te il sindaco?“, c’è stata una evoluzione anche se ho capito a mie spese che i tempi della politica non sono quelli dell’impresa».  Nella sua coalizione però, qualcuno sembra avere ancora il mal di pancia... «Ho letto anch’io che il senatore Totaro mi accusa di non essere abbastanza sovranista» Appunto... «Ecco, con tutto il rispetto per Totaro, che penso di incontrare in settimana, vorrei capire etimologicamente cosa vuol dire “sovranista“». Lo giudica uno slogan vuoto? «Ieri ho fatto un incontro con i militanti della Lega: “Io sono questo – ho detto loro – misuriamoci sulle idee, non sugli slogan».  Totaro sarà preoccupato che lei, arrivando dall’Unitalsi, sulla questione accoglienza la pensi diversamente a lui e a Salvini...  «Confrontare sovranismo con accoglienza è un errore. Così come lo è confondere la carità cristiana con il buonismo. Per quanto mi riguarda, la carità è anche rispetto delle regole. E l’accoglienza senza freni crea solo conflittualità sociale che non porta benefici». Quindi condivide la linea dei porti chiusi? «Sì. Anche se i porti chiusi sono sola una toppa a un problema non risolvibile a livello nazionale». Torniamo a Firenze: se diventa sindaco, quale sarà in realtà il suo primo atto? «Capire. Perché ciò che manca oggi a Firenze è una visione che vada al di là del proprio mandato».  Si spieghi meglio. «Prenda la vicenda tramvia: se non si ha una visione e dunque se non la si collega a un ragionamento sui parcheggi e sulla viabilità, il fallimento è inevitabile».  Fin qui si sono fatti solo errori? «Se io faccio passare il tram in via dello Statuto e non mi preoccupo prima di individuare dove gli abitanti di quella zona parcheggeranno, faccio solo casino».  Quindi è contrario alla nuova tramvia così com’è stata pensata? «Su ciò vorrei ragionare di più. Non ne faccio una questione ideologica. Ma si è mai pensato che fra Santa Maria Novella e Rovezzano ci sono 5 stazioni ferroviarie? Si è mai ragionato a una possibile alternativa?».  La nuova pista di Peretola invece si deve fare vero? «Senza offesa la trovo una domanda scontata».  Guardi che nella sua coalizione qualcuno sta provando a bloccarla... «Anche questa è bella. Mi scusi: negli ultimi 49 anni chi è stato maggiormente al governo? E chi ha governato la Regione? E la provincia? E Firenze? E i comuni della piana? Abbiamo anche avuto per 4 anni il premier fiorentino e ora mi si dice che l’aeroporto è bloccato da Toninelli e da questo governo... ma via». La stazione Foster lei la farebbe? «Veramente per me lì si potrebbe fare un campo di cricket». Ma sono già stati spesi un sacco di soldi... «Vero. Ma ha idea di quanti altri ne dovremmo spendere per una cosa inutile come il sottoattraversamento di Firenze? Non c’è scritto da nessuna parte che si è fatta una scelta sbagliata per pareggiare si debba fare anche la seconda scelta sbagliata». Uno dei temi sui quali si giocheranno le elezioni è la sicurezza. «Uno dei primi obiettivi sarà di lanciare un’operazione “Firenze Sicura“, imperniata sull’aumento capillare dei presidi delle forze dell’ordine e con un assessore alla Sicurezza».  Ma davvero un sindaco può avere potere su ciò? «E’ ovvio che la questione non riguarda solo il Comune, ma a Firenze ci sono 800 vigili urbani di cui la metà sta in ufficio. Possiamo domandarci se ciò ha un senso? Per me non lo ha». Visto come le pensa con Nardella sarà scontro su tutto... «Sì, ma vorrei su ciò fare una sorta di auspicio». Prego. «Io personalmente non ho niente contro Nardella e mi piacerebbe una campagna elettorale fatta nel rispetto reciproco». Un patto a evitare le risse... «Un segnale a chi vota che chiunque vinca poi avrà rispetto per l’altro». Quindi nel caso a Palazzo Vecchio non entrerà con la ruspa? «Ma per carità. Vede, il Comune di Firenze ha 143 dirigenti. A me interessa che ognuno di loro lavori con merito e efficienza nell’interesse della città. Se poi ha in tasca la tessera del Pci, sono fatti suoi».  Insomma, quella che annuncia in caso di vittoria è una sorta di rivoluzione gentile? «Le ho già detto: la prima cosa che vorrò fare da sindaco è capire. Con umiltà e passione. Anche perché in questo momento Firenze di tutto ha bisogno tranne che di nuovi fenomeni».

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