
Firenze, 30 marzo 2023 - Il 30 marzo del 1911 moriva a Firenze Pellegrino Artusi, considerato il padre della cucina italiana. Prima di lui l’Italia era divisa anche a tavola, e ogni città o piccolo paese aveva ricette e tradizioni culinarie che non avevano mai varcato i confini regionali. Grazie a lui però, che fu autore del primo codice alimentare “La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene”, tutto cambiò. Artusi diede un contributo fondamentale per amalgamare, prima a tavola e poi nella coscienza popolare, le diverse realtà regionali secondo una tradizione che ancora oggi tiene unita la popolazione in un unico senso d'appartenenza. È anche grazie al suo prezioso lavoro e allo storico manuale di cucina scritto dal forlimpopolese Artusi, tradotto in innumerevoli lingue, se l'agroalimentare italiano in pochi anni da una economia di sussistenza ha saputo conquistare primati mondiali e diventare simbolo e traino del Made in Italy. Molti dei piatti, descritti per la prima volta dall'Artusi sono frutto di un mix delle diverse esperienze regionali diventati oggi il simbolo del nostro Paese: dal "sugo di carne" della domenica italiana alla balsamella, dai maccheroni alla napoletana al risotto alla milanese, dalla fiorentina ai saltimbocca alla romana fino al minestrone che sotto un unico nome lungo tutto lo stivale incorpora però ingredienti diversi. Lo stesso ragù di carne, primo 'attore' della domenica in famiglia è stato codificato dal profeta della cucina italiana, come anche la balsamella divenuta col passar del tempo besciamella. Per Artusi ''la cucina è estrosa, e sta bene perché tutte le pietanze si possono condizionare in vari modi secondo l'estro di chi le manipola; ma modificandole a piacere non si deve però mai perder di vista il semplice, il delicato e il sapore gradevole, quindi tutta la questione sta nel buon gusto di chi le prepara”. Nasce oggi Jean Giono nato il 30 marzo del 1895 a Manosque. Scrittore, saggista e traduttore francese, autore di racconti di impostazione realistica. Ha scritto: “Il sole non è mai così bello quanto nel giorno che ci si mette in cammino”.