MAURIZIO COSTANZO
Firenze

Marcia a Barbiana, il futuro è la Costituzione donata ai giovani

Si conclude il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, gli interventi di Zagrebelsky, Bindi e Betori

Folla a Barbiana (foto Germogli)

Folla a Barbiana (foto Germogli)

Vicchio (Firenze), 26 magio 2024 - Stamani alle 10 è partita la consueta Marcia a Barbiana e all'arrivo si è tenuta la cerimonia di conclusione del Centenario con vari interventi. Un presenza numerosa, con molti giovani e gli interventi delle Istituzioni (tra queste Regione Toscana, Comune e Città Metropolitana di Firenze, sindaci di Verona, Borgo San Lorenzo, Calenzano, Montespertoli, Pontassieve e Vicchio, rappresentanti dei Comuni di Rignano sull’Arno, Sesto Fiorentino, Castelfranco Piandisco, Scarperia e San Piero, Dicomano e Unione Comuni Mugello) e della Fondazione don Milani, Istituzione culturale don Milani e Gruppo Calenzano. Con loro il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, Rosy Bindi per il Comitato del Centenario della nascita di don Lorenzo Milani, il cardinale Betori e il presidente della Fondazione e tra i primi sei di Barbiana Agostino Burberi.

Nella mattina la marcia dal Lago Viola a Barbiana, quindi gli interventi di associazioni e istituzioni con il coordinamento di Giuseppina Paterniti. Nel pomeriggio celebrata la messa in ricordo del Priore di Barbiana. “Don Milani è stato un prete scomodo allora e lo è oggi – ha detto il sindaco di Vicchio, Filippo Carlà Campa -. La sua scomodità è quella di porre e di porci la questione dell’uguaglianza, della dignità, dell’inclusività. La sua inquietudine arriva a noi come l’inquietudine di chi non si rassegna alle ingiustizie, all’egoismo, all’indifferenza e agisce per una società più equa. Questo luogo ce la consegna. Ogni anno questa Marcia vuol tenere vivo il valore dell’esperienza di Barbiana. Il suo messaggio è straordinariamente attuale. Ecco, questo importante anno ci ha ricordato che ognuno può e deve fare la propria parte. Fare la nostra parte, non tirarci indietro. Barbiana è più che mai necessaria. Barbiana è più che mai presente”.

“Vi consegniamo la Costituzione perché il futuro è la Costituzione e dobbiamo coltivare quel patriottismo costituzionale di cui ha bisogno il paese”. Così Rosy Bindi, ha concluso a Barbiana il Centenario della nascita di don Milani con decine di ragazzi e i giovani dell’associazionismo laico e cattolico. Con lei il cardinale Mons. Betori, il presidente emerito della Consulta Zagrebelsky, e i rappresentanti delle associazioni che sono intervenuti nel corso della manifestazione, al termine della tradizionale marcia di Barbiana. La presidente del comitato nazionale ha ringraziato i tre enti promotori La Fondazione don Lorenzo Milani, L’istituzione don Milani di Vicchio, il gruppo don Milani di Calenzano, e tutte le istituzioni dai ministeri competenti alla Regione Toscana, che hanno contribuito alla riuscita del centenario. In particolare ha poi ringraziato “tutti i suoi ex allievi, a partire da Michele Gesualdi fino ad Agostino Burberi, che sono stati in questi anni custodi di questo luogo, conservato con la sua semplicità e umiltà”.

Un anno fa, all’apertura del centenario, ha ricordato Bindi, il Presidente Mattarella “custode della Costituzione” aveva riconosciuto in don Milani “un cittadino esemplare che faceva appello alla Costituzione nella difesa degli obiettori di coscienza, dei diritti dei lavoratori, nel rifiuto della guerra. Inquieto per i ritardi con cui veniva applicata quella che, diceva don Lorenzo, non era una legge qualsiasi ma la legge che Cristo aspettava da noi da 2000 anni perché è l’unica che ridia al povero un volto quei d’uomo”. Per Bindi si sta tornando indietro “nel diritto alla scuola, al lavoro, alla salute. Nei diritti di sciopero e di critica. Stiamo tornando indietro sui poveri che oggi sono anche i migranti che non vengono accolti”. Per questo Bindi ha messo in guardia dalle modifiche costituzionali che mettono in discussione “il nostro modello di democrazia, pluralista, partecipata fondata sulla centralità del parlamento, sui poteri del Capo dello Stato, sul ruolo della Consulta. Questa democrazia è la sentinella vera dei nostri diritti. Smantellare la seconda parte della Costituzione significa mettere a rischio i diritti e le libertà riconosciuti nella prima parte”.

Anche il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Zagrebelsky si è rivolto ai giovani “liberatevi dalle mode, dal conformismo, coltivate la vostra originalità, non abbiate paura di rompere le scatole, di ribellarvi all’omologazione, siate costruttivi e dialettici". Zagreblesky ha quindi ricordato il processo subito da don Milani per aver difeso l’obiezione di coscienza al servizio militare: “Ci sono dei casi in cui la non osservanza di una legge ingiusta, che non rispetta i diritti dei più deboli, è un atto di fedeltà alla Costituzione. Vivere la Costituzione - ha concluso - presuppone che si corrano dei rischi e ci si assuma una responsabilità”.

Il Cardinale Giuseppe Betori, ha ricordato “la ricerca di assoluto che muove tutta l’esistenza di don Milani, prete fedele al Vangelo, impegnato a educare i suoi ragazzi allo sviluppo di una coscienza libera”. Il cardinale ha ricordato le parole milaniane più ricorrenti in questo centenario “Libertà, responsabilità, bene comune racchiuse nel motto I care, che esprimeva tutta la sua esistenza” e ha invitato i giovani “a interpretare il presente, come faceva don Milani, con spirito critico”. Nel pomeriggio celebrata la messa.