Firenze, 28 marzo 2023 - Il 28 marzo 2023 ricorre la Giornata Mondiale dell'endometriosi, istituita nel 2014 per porre l'attenzione su una malattia, che, in alcuni casi, può essere fortemente invalidante per le donne che ne soffrono. Nel mondo sono circa 190 milioni le donne e le adolescenti (tra il 2 e il 10% della popolazione femminile generale) colpite da endometriosi durante l'età riproduttiva, anche se alcune possono soffrirne oltre la menopausa.
In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o con difficoltà a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce di età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna.
La strada della prevenzione
Il primo passo è quello di rendere la diagnosi più solerte perché capita, e non di rado, che si arrivi a una definizione corretta della malattia solo dopo un lungo iter fatto di visite, esami e controlli.
In presenza di endometriosi, dunque, largo ai cibi ricchi di fibre, come i cereali integrali, dunque riso e pasta integrali o gnocchi di patate con farina integrale, i legumi, le paste a base di ceci, piselli o lenticchie, la verdura e la frutta (soprattutto prugne, pere e mele).
Tra gli alimenti ricchi di Omega 3 a cui ricordiamo il pescato (soprattutto salmone, pesce azzurro, tonno fresco, trota, orata, branzino, crostacei e molluschi), la frutta secca, i semi (zucca, lino, girasole, chia e sesamo), l’olio extravergine d’oliva, la carne bianca e le uova.
Endometriosi e disturbi gastrointestinali
Nonostante l’endometriosi sia un disturbo piuttosto comune, la patologia viene individuata spesso per caso, durante visite ginecologiche di controllo o esami svolti in un percorso di diagnosi di altri disturbi.
L’infiammazione alla base dell’endometriosi, infatti, si manifesta tendenzialmente in modo asintomatico, ma possono rappresentare un campanello d’allarme per la paziente alcuni sintomi dolorosi. Tra questi, in particolare un forte dolore durante il ciclo mestruale, che non riesce a placarsi neppure con l’utilizzo di antidolorifici e antispastici, e dolori durante i rapporti sessuali e la defecazione.