Firenze, 16 maggio 2023 - Edda Ciano Mussolini è stata una donna all'avanguardia per i suoi tempi. “Sfidò la morale del regime che voleva la donna angelo del focolare, massaia, madre e moglie esemplare. La sua storia è stata quella di una donna tradita da tutti e da tutto, a cominciare dal padre che non riuscì a impedire la fucilazione del genero”.
Così il giornalista e scrittore Maurizio Sessa, che in un saggio-biografia ripercorre la vita di questa ambasciatrice del fascismo nel mondo sicuramente sui generis, rimasta vedova e orfana nel giro di 14 mesi e che per cinquant'anni convisse, giorno dopo giorno, con i fantasmi del marito e del padre, fino alla morte sopraggiunta a Roma nel 1995.
È ‘Sangue di famiglia. Edda Ciano Mussolini. Amore, odio e perdono’ (edito da Edizioni Medicea Firenze), basato su una vasta documentazione e anche di lettere inedite che, come scrive nella presentazione Cosimo Ceccuti, "possono recare un ulteriore contributo alla conoscenza di una figura così complessa e difficilmente decifrabile quale è stata Edda, e dei due uomini che hanno improntato la sua vita, il padre Benito Mussolini e il marito Galeazzo Ciano".
Il volume è stato presentato oggi 16 maggio a Palazzo Strozzi. Dopo il saluto del presidente del Gabinetto Vieusseux, Riccardo Nencini, è intervenuto Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Nuova Antologia, con l’autore.
“Della primogenita del Duce, figlia prediletta 'luce dei suoi occhi' – spiega Maurizio Sessa - vengono segnalate due lettere inedite all'avvocato ebreo Eucardio Momigliano riguardanti il famoso Diario del marito tragicamente morto a soli 41 anni, fucilato a Verona l'11 gennaio 1944 da un plotone d'esecuzione di miliziani della Repubblica sociale italiana sotto la regia di ufficiali tedeschi delle Ss. Edda Ciano sembrava reclamare l'avvio di un 'supplemento d'indagine' che non venne esercitato su quelle carte e quelle due lettere inedite, firmate anche col cognome Mussolini, sono segno forse di una riconciliazione a posteriori con la memoria del padre dopo la fucilazione del marito”.
Riguardo a quel diario di guerra del padre, inedito e a lei dedicato, Edda Ciano avrebbe poi ricordato come e perché era stato e continuava ad essere tanto prezioso: "Papà teneva un diario, giorno per giorno, annotando appunti e ricordi su un taccuino che portava sempre con sé; e fu questo taccuino a salvargli la vita quando una bomba esplose ai suoi piedi. Una delle molte schegge che lo colpirono fu bloccata all'altezza del cuore dalle pagine e dalla copertina del diario. Finita la guerra, mi regalò il taccuino, e io lo conservai per anni, prima che andasse perduto nel 1944. Lo avevo affidato, con altri documenti importanti, a un mio amico, un medico di Ramiola. I tedeschi, che davano la caccia ai Diari di mio marito, lo costrinsero a rivelare il nascondiglio di tutte quelle carte, ed egli dovette obbedire".
Come rivela Sessa in queste pagine: “Edda Ciano per impedire la pubblicazione delle carte private del marito, il conte Galeazzo Ciano, e le lettere paterne, si rivolse all’avvocato Eucardio Momigliano. Chiese un parere legale con la speranza di poter recuperare i documenti che le erano stati rubati durante la permanenza in una casa di cura di Ramiola, nel comune di Medesano, in provincia di Parma”. Maurizio Costanzo