
Una foto di Henri Cartier-Bresson
Firenze, 3 agosto 2024 – Oggi sono passati esattamente 20 anni dalla morte del grande fotografo Henri Cartier-Bresson. Pioniere del fotogiornalismo, tanto da essersi meritato il titolo di "occhio del secolo", ha rivoluzionato di fatto il mondo dell'immagine. Surrealista, militante, fotoreporter e perfino zen, Henri Cartier-Bresson, è stato non solo un grande fotografo, ma soprattutto uno dei maggiori artisti del XX secolo.
All'epoca, le retrospettive su Cartier-Bresson costituivano una sorta di battaglia per far entrare, mentre era ancora in vita, la sua fotografia nei più prestigiosi musei internazionali. Si puntava quindi a mostrare l'unitarietà della sua opera, come se ogni scatto, in ogni fase dei lunghi 70 anni di attività, fosse dominato solo dal celeberrimo principio dell''istante decisivo. Con la sua opera ha influenzato i linguaggi visivi di un intero secolo, riuscendo a unire alla potenza della testimonianza la poesia.
Tre periodi scandiscono la sua opera: il primo, dal 1926 al 1935, durante il quale Cartier-Bresson frequenta i surrealisti, compie i primi passi in fotografia e affronta i suoi primi grandi viaggi; il secondo, dal 1936 al1946, corrisponde al periodo del suo impegno politico, del lavoro per la stampa comunista e all'esperienza del cinema; il terzo periodo, dal 1947 al 1970, va dalla creazione della cooperativa Magnum Photos fino alla fine della sua attività di fotografo. Riduttivo sarebbe dunque individuare nella sola nozione di "istante decisivo" , che per lungo tempo è stata la chiave principale di lettura delle sue immagini, la sintesi del suo lavoro. Dal Surrealismo al maggio '68, passando per la guerra civile spagnola, la II guerra mondiale e la decolonizzazione: lo sguardo consapevole, la sensibilità e l'intuito, e quell'attenzione al dettaglio capace di cogliere la realtà storica e sociologica traducendola in un linguaggio semplice: questo è stato Henri Cartier-Bresson, che nel corso della lunga carriera non è mai venuto meno alla volontà di rappresentare la contemporaneità delle cose e della vita, cogliendone all'istante il tratto peculiare.
È la fotografia in cui "si evoca" quella che interessava a Henri-Cartier-Bresson, perché "non è una fotografia in cui si prende, ma che prende noi, che ci afferra" racconta il grande fotografo allo storico della fotografia Romeo Martinez in un eccezionale ritrovamento dalle Teche Rai. Il documentario-intervista del 1964 'Henri Cartier-Bresson e il mondo delle immagini' con i testi di Giorgio Bocca e la regia di Nelo Risi, è un prezioso documento in cui l'uomo che ha rivoluzionato il mondo dell'immagine si concede - fatto più unico che raro - alle domande dell'intervistatore e alla macchina da presa. Dal documentario-intervista emergono anche la visione dei ritratti che "non sono mai all'insaputa. Una famosa foto scattata da Henri Cartier-Bresson a Dessau è l'anima del libro di Jean-David Morvan&Severine Trefouel, con disegni di Sylvain Savoia, 'Cartier-Bresson, Germania 1945'. Nel celebre scatto una donna accusa con violenza un'altra donna in mezzo alla folla: è un'ex prigioniera che riconosce la persona che l'ha denunciata alla Gestapo.
Maurizio Costanzo