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Firenze, ritrovato il pezzo staccato dal tabernacolo delle “Cinque lampade”

Parte dell’elemosiniere era stato divelto, forse da dei vandali. Ora si aspetta il riposizionamento

tabernacolo delle “Cinque lampade”

Firenze, 11 ottobre 2023 - Era giugno del 2022 quando parte dell’elemosiniere del tabernacolo delle “Cinque lampade” scompare. Un’opera d’arte della nostra città alla quale i fiorentini sono affezionati e che, un tempo dava il nome al canto. Si trova di fronte al bar dei giovani Edoardo e Ferruccio, all’angolo con via dei Pucci con via Ricasoli. Gli Amici dei musei si attivano per fare delle ricerche immaginando che il pezzo di marmo sia caduto per terra ma, dopo avere parlato con i gestori dei molti negozi vicini, non ritrovano alcun frammento. In questa occasione si rendono conto che probabilmente il pezzo mancante non è semplicemente caduto ma è stato divelto facendo leva nella fessura dell’elemosiniere e si è spezzato lungo la linea di una lunga incrinatura. Queste sono le congetture elaborate da chi si è trovato davanti al problema: incuria o vandalismo, non è dato sapere. A settembre di quest’anno, proprio Edoardo e Ferruccio Spagnoli, i due giovani gestori del Bar Ricasoli, situato nell’omonima via, si sono resi protagonisti dell’importante ritrovamento di una parte del magnifico tabernacolo conosciuto come “delle Cinque lampade” che ne illuminano gli affreschi da poco restaurati. Nella parte inferiore è collocato un elegante elemosiniere con cornice in marmo. Edoardo e Ferruccio si rendono conto che nel vicolo dei Biffi, stradina che si trova subito dopo il tabernacolo, in un angolo a terra c’è un pezzo di marmo, buttato lì come un comune sasso ma che, ad un preciso esame, presenta una sagomatura e un’incisione, che ben si possono riferire al pezzo dell’elemosiniere mancante. Va detto che, per ironia della sorte la nonna dei giovani è una socia degli Amici dei Musei che velocemente si mette in contatto con l’associazione. Con grande soddisfazione di tutti non è difficile capire che il frammento è quello giusto, quello mancante che permetterà di riportare l’opera d’arte al suo aspetto originario. I tabernacoli sono una realtà importante del patrimonio artistico di Firenze e, grazie all’attività del Comitato Tabernacoli che opera all’interno dell’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini, sono monitorati con attenzione e segnalati perché si possa procedere al restauro necessario. “Ora ci sarà tutta la procedura per riposizionare il pezzo mancante – spiega Marzia Cantini, del Comitato per il decoro e il restauro dei tabernacoli degli Amici dei Musei -. Il tabernacolo è una comproprietà tra Misericordia e condominio. Si tratta di un bene notificato, iscritto cioè negli elenchi della Sovrintendenza. Qualsiasi progetto di restauro si va a fare su un bene tutelato, deve essere sottoposto al vaglio della Soprintendenza, che è stata già avvertita insieme alla proprietà”. Il tabernacolo delle Cinque Lampade Tra i più importanti e suggestivi tabernacoli di Firenze, vi è senz’altro quello detto “delle Cinque Lampade”, situato in via Ricasoli all’angolo con via de’ Pucci: esso è composto da due nicchie, al cui interno sono presenti degli affreschi di epoche diverse: il più antico, a sinistra, raffigurante una Madonna col Bambino in trono e Santi (probabilmente santo Stefano e santa Caterina d’Alessandria), è opera di un pittore trecentesco, forse Lippo di Benivieni; la nicchia di destra, invece, contiene un affresco di fine Quattrocento, eseguito da Cosimo Rosselli, raffigurante una Madonna col Bambino in trono e Angeli, più san Giovanni Battista e san Zanobi negli sguanci laterali e la colomba dello Spirito Santo nel sottarco. Il tabernacolo si caratterizza inoltre per la grande edicola in marmo del XIX secolo, dalla cui tettoia pendono cinque lampade in legno tornito e dorato (da cui il nome del tabernacolo), che servivano ad illuminare gli affreschi; al centro del basamento vi è infatti un pregevole elemosiniere, ovvero un vano di raccolta delle offerte per l’approvvigionamento dell’olio delle lampade. Presso il tabernacolo, oltre a Cimabue, Giotto e Buffalmacco in tempi antichi, vi abitò pure Tommaso Bonaventuri, integerrimo impiegato di corte medicea: egli, tornando a casa la notte del 21 settembre 1731, fu assassinato per volere del granduca Gian Gastone de’ Medici, poiché si era scoperto che il Bonaventuri, in una lettera indirizzata a Vienna, aveva denunciato le nefandezze che si perpetravano alla Corte di Toscana; tale omicidio destò molto scalpore in città. Restaurato nel 1938-1939 e, successivamente, nel 1999 da Silvana Venè Gamberini in memoria del celebre architetto fiorentino Italo Gamberini (che con la sua intensa attività, sia d’insegnamento universitario che di progettazione architettonica, tanto aveva contribuito al decoro della città), con la supervisione del Comitato per il Decoro ed il Restauro dei Tabernacoli (Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini), il tabernacolo dispone di un QR-Code (apposto sulla targa d’ottone presso di esso), grazie al quale, tramite smartphone o tablet, è possibile avere alcuni cenni storico-artistici sull’opera. Maurizio Costanzo