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Fiorentina, via all'Europa League, al Franchi c'è il Basilea, tra mille insidie i viola ripartono da Kalinic / TWITTER

Dente ancora avvelenato per il gruppo dopo la semifinale persa con il Siviglia. Sousa sfida il suo recente passato. Inizio alle 21

Paulo Sousa

di Giampaolo Marchini

Firenze, 17 settembre 2015 - La Fiorentina e l’Europa League si erano lasciati a maggio in malo modo, con ildoppio rovescio targato Siviglia che aveva trasformato in incubo il sogno viola di alzare un trofeo. E le scorie di quella delusione avevano accompagnato la squadra a lungo. Una delusione forte, per certi versi anche clamorosa e la voglia di rivincita è tanta. Lo si intuisce dalle parole di Borja Valero, che del passato parla così: «Resta tanta rabbia perché era l’occasione per andare in finale, ma siamo pronti per questa nuova sfida. Abbiamo tanta voglia di andare avanti in questa competizione».

Già, la voglia che tradotta per i non addetti ha un solo significato: determinazione. La Fiorentina, almeno in questo avvio di stagione ha dimostrato di averne e non a caso il centrocampista spagnolo – sempre in conferenza stampa – ha fatto accenno a qualcosa che ha molto a che fare con la determinazione: gli attributi. In fondo, portare a casa i tre punti come fatto con il Genoa è proprio un mix di capacità e... attributi, appunto. Fiorentina-Basilea però, oltre a essere di una difficoltà non percepita in pieno, è anche una sfida delicata per Paulo Sousa che forse in cuor suo non avrebbe voluto misurarsi con il passato così in fretta. A quanto si è capito con la società svizzera si è lasciato con condialità, forse un po’ meno con l’ambiente che gli ha rimproverato di non essersi sufficientemente aperto verso i tifosi.

Situazione incredibile se riletta dalla parte di Firenze che ha trovato proprio nell’allenatore portoghese l’uomo della perestrojka viola. Quello, insomma che – d’accordo con la società già ben disposta verso questo nuovo corso – ha riaperto, nel limite del possibile, le porte di casa-Fiorentina. La partita, in senso stretto, nasconde mille insidie, emotive e tecniche. Sousa conosce il Basilea e il Basilea, che non perde da otto partite consecutive, conosce pregi e difetti dell’allenatore della Fiorentina. Calcio svizzero, si dirà. Ma proprio questo è il rischio più grande, perchè comunque il Basilea negli ulti anni è sempre stato protagonista, anche in Champione League. Iniziare bene sarebbe fondamentale per continuare a immagazzinare autostima e, soprattutto, per mettere le mani sul «gironcino».