Toscana, ripartenza in salita. Pil 2021 a +3%

Sono le stime di Irpet presentate dal direttore Nicola Sciclone nel corso di un incontro online organizzato dalla Cgil

Nicola Sciclone, vicedirettore Irpet

Nicola Sciclone, vicedirettore Irpet

Firenze, 14 luglio 2021 – Una ripartenza più in salita per la Toscana rispetto al resto d'Italia. Nel 2021 il Pil della nostra regione dovrebbe fermarsi infatti ad un +3%, contro il 3,7% della media italiana e del +4,2% del Centro Nord. E' quanto emerge dalle stime di Irpet, presentate dal direttore Nicola Sciclone nel corso di un incontro online organizzato dalla Cgil.

A pesare in Toscana è la mancata ripresa del turismo, rinviata ormai all'anno prossimo a causa della persistenza dei vincoli imposti dalla pandemia. Nemmeno i benefici del Recovery saranno sufficienti compensare le perdite. Nel triennio 2021-2023 il tasso di espansione cumulato sarà complessivamente dell'8,8%.

"Il messaggio di fondo – spiega Sciclone – è che cresciamo di 8,8 punti in tre anni, ma ne abbiamo persi più di 10 nel corso del 2020. Quindi in un triennio non recuperiamo quello che abbiamo perso”. Senza contare che la Toscana è entrata nella pandemia senza aver ancora recuperato la caduta del Pil dovuta alla crisi del 2008-2009.

Qualche segnale positivo inizia però a registrarsi, sopratutto sul fronte della manifattura e delle esportazioni. Ad aprile, ad esempio, la produzione industriale, sempre secondo le stime di Irpet, è rimbalzata del 95% rispetto al 2020. Il tessile e l'abbigliamento ha registrato un balzo produttivo del 386%, scavalcato solo dalla fabbricazione di mezzi di trasporto, in crescita del 408%. Una ripercussione virtuosa la si intravede nell'export, che ha messo a segno in Toscana un incremento del 14%, nettamente superiore alla media nazionale (+6%). La produzione resta però cinque punti sotto il livello di aprile di due anni fa e per tessile e abbigliamento del 26%. Un valore che giustifica secondo Sciclone il rinnovo, almeno in questo settore, del blocco dei licenziamenti.

"Abbiamo evitato la crescita esponenziale dei licenziamenti – commenta il direttore di Irpet – ma potremmo interpretare questo dato anche come disoccupazione nascosta dentro il sistema, specie se la crescita non sarà rapida e vigorosa a partire dai prossimi mesi". Da aprile e, in particolare modo, da maggio consumi e occupazione sono in risalita ma il colpo da riassorbire resta notevole. Soprattutto a Firenze, Livorno, Pisa, Arezzo le più danneggiate a causa della vocazione turistica o produttiva con una perdita 'potenziale' di addetti stimata fra il 13 e il 15%.

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