Firenze, 9 dicembre 2023 - Che conchiglia, la "Xenophora", capace di inglobare armonicamente nella propria struttura ciò che incontra. Ma a ben pensarci non è quello che dovrebbe accadere a tutti? La struttura umana - e dipende dalle stagioni della storia comune - è certo più refrattaria e meno capace di valorizzare le differenze. Manchiamo forse di leggerezza, ma "io sono molti" e "ci son giorni in cui rialzarsi, / è una sfida alla fisica / una guerra contro la gravità/ Eppure le piante /crescono verso l'alto". Questa è la possibilità che è data a ciascuno. Sono verdi tratti da 'Xenophora' di Arianna Fabbri, docente nelle scuole superiori fiorentine. Edito da 'Zona', il libro si compone di Sessanta poesie in cinque sezioni, ciascuna intitolata a un tipo di conchiglia, con un crescendo stilistico dal verso libero caratterizzato dalla pausa e dalla sentenza ("L'eternità non è questione di tempo / è un fatto di profondità"; "L'immagine della realtà / sta nel negativo") agli endecasillabi, con sonetti e un salmo, di 'Pecten' che sono indicativi a una padronanza di sillabazione e di schemi che può dare ulteriori frutti.Costanza Geddes da Filicaia, che firma la postfazione, compie a riguardo un'accurata esplorazione stilistica.Il mare delle spiagge e delle conchiglie rimanda al freddo (e al suo desiderio nella calura estiva) e al vento che sembra sempre alitare in esse, ma l'autrice cerca di fare sue anche le fiamme: "Amo le persone / con cui posso / spezzare il fuoco, / unico elemento / che a dividerlo / aumenta".
Cultura e spettacoli"Xenophora", l'eco di una conchiglia che porta poesie