
Santa Costanza, cerchia di Desiderio da Settignano
Firenze, 22 marzo 2016 - «FECE di scoltura di legname e colorì» Le parole sono di Giorgio Vasari e raccontano di una Maddalena scolpita da Filippo Brunelleschi e andata perduta nell’incendio della chiesa di Santo Spirito nel 1471. La frase è stata scelta per dare il titolo alla mostra che apre oggi agli Uffizi (fino al 28 agosto) con una cinquantina di capolavori lignei del Quattrocento, arrivati invece e per fortuna fino a noi, restituendo – specialmente in questo periodo di Pasqua – il senso di devozione ispirato da queste statue, pensate per stare di fronte alle persone in preghiera. Curata da Alfredo Bellandi con allestimento di Antonio Godoli e direzione di Daniela Parenti, l’esposizione riunisce infatti crocifissi, sante e santi intagliati e dipinti, statue della Madonna, santi eremiti dai corpi tormentati o preservati dal dolore, busti-ritratto e sculture per l’arredo liturgico. Opere di grandi maestri come Donatello, Brunelleschi, Benedetto da Maiano, Filippino Lippi, Francesco da Sangallo, Baccio da Montelupo, che affiancano sculture di artisti stranieri come Giovanni Teutonico. Ma perlopiù resta un viaggio attraverso la scultura lignea policroma a Firenze, fra quelle botteghe in cui si incontravano e discutevano scultori, intagliatori, pittori, decoratori e architetti. Del resto, la scultura dipinta costituiva un modello espressivo imprescindibile per tutti gli artisti. In particolare, il tema del corpo sofferente sulla croce, modellato con un nuovo sentito naturalismo nei crocifissi di Donatello e Brunelleschi, fu oggetto di riferimento per l’attività delle generazioni successive di artisti.
E I DUE GENI fiorentini dipingevano, presumibilmente, oltre che modellare le loro opere, poiché la policromia costituiva insieme all’intaglio un elemento essenziale per il raggiungimento di quel naturalismo integrale che perseguivano nelle loro opere. Tra queste ci sono i superbi Crocifissi di Santa Croce e Santa Maria Novella. In mostra anche un San Pietro Martire dalla chiesa di San Domenico a Fabriano, di cui si rinnova l’attribuzione a Donatello. Anche il Tondo Doni di Michelangelo fa parte del circuito della mostra, in quanto uno fra i più famosi episodi di collaborazione tra pittore, Michelangelo, e un esponente della più alta tradizione dell’intaglio ligneo fiorentino, Francesco del Tasso. Alla presentazione, ieri alla Galleria delle statue e delle pitture, è intervenuto il direttore degli Uffizi Eike Schmid.