
Il sovrintendente del Maggio musicale, Cristiano Chiarot
Firenze, 24 giugno 2018 - La Dafne, nel nuovo allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, va in scena lunedì 25 giugno, mercoledì 27 e venerdì 29 alla Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli. Dirige Federico Maria Sardelli, regia di Gianmaria Aliverta. Il sovrintendente del Maggio, Cristiano Chiarot, presente l'opera con queste parole.
di CRISTIANO CHIAROT
Con La Dafne di Marco da Gagliano iniziamo l’esplorazione delle opere fiorentine che ebbero un rilievo decisivo nella fase iniziale della storia del teatro musicale, negli anni in cui la novità di una azione teatrale interamente cantata era ancora riservata esclusivamente alle occasioni di feste di corte. Fa parte della freschezza e del fascino aurorale della musica di Marco da Gagliano il senso di scoperta di questa nuova dimensione, nella ricerca legata al “recitar cantando” alternato alla varietà di episodi vocali e strumentali concepiti secondo una logica musicale diversa. La prima rappresentazione della Dafne ebbe luogo a Mantova nel carnevale 1608 per festeggiare le nozze di Francesco, figlio di Vincenzo Gonzaga; ma il committente aveva voluto autori fiorentini (e fiorentini erano in gran parte gli interpreti) e aveva forse anche scelto il tema del testo di Ottavio Rinuccini, che per l’occasione ampliò quello della Dafne rappresentata a Firenze nel decennio dopo il 1590 con musica di Jacopo Peri e Jacopo Corsi (che ci è giunta solo in piccola parte). Dopo il successo a Mantova, ricordato anche da una edizione a stampa, a Firenze la nuova Dafne di Marco da Gagliano fu rappresentata nel 1611 in casa di Giovanni de Medici, a Palazzo Corsini al Parione, in occasione della visita del cardinale Ferdinando Gonzaga; in quella occasione La Dafne fu messa in scena in una nuova versione cui furono aggiunti dei balli: li ha ricostruiti per noi Federico Maria Sardelli, inserendo le danze di Lorenzo Allegri, come era consuetudine in simili occasioni alla corte fiorentina. A Sardelli con il quale abbiamo una proficua e feconda consuetudine artistica di alto profilo, e a Gianmaria Aliverta che ha curato la regia con spirito attuale e moderno, abbiamo affidato questa favola in musica che ambienteremo alla Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli, uno straordinario scrigno di tesori d’arte e un ideale teatro naturale per offrire al pubblico uno dei primi esempi di melodramma, rappresentato proprio dove l’opera lirica, come l’intendiamo oggi, è nata. Questo percorso di riscoperta è uno dei doverosi e molteplici compiti di una istituzione culturale come il Maggio che dobbiamo al pubblico: far rifiorire il passato per illustrare e comprendere il nostro presente.