TITTI GIULIANI FOTI
Cultura e spettacoli

Mercatali, tutto il resto è noia

"My Way" la storia di un comunicatore

Gianni Mercatali e la copertina del libro

Firenze, 17 agosto 2018 - Trentatrè euro valgon bene la storia quasi romanzesca di una vita reale vissuta al top da uno dei primi public realation d’Italia. Sulla copertina rigida e nera di «My way. Vita aneddoti e ricordi di Gianni Mercatali nel racconto di Umberto Cecchi», il suo ritratto in bianco e nero con le braccia conserte, il sorrisetto diabolico, gli occhiali alla Wertmüller, un fiore finto all’occhiello. E’ un fiume in piena lo scorrere di pagine e ricordi scritti da uno storico ex direttore de La Nazione che ben conosce – e ama – il soggetto Mercatali. Sarebbe meglio dire il personaggio Mercatali: a conoscerlo, come è capitato a me da piccola giornalista a ora, sapevi subito di aver difronte l’incarnazione dell’ideale per chiacchierare, per le confidenze più intime, per le analisi reciproche: tu sei così, io sono così. E potevi star sicura che i tuoi drammi o i segreti restavano tali. E’ uno dei lati che amo di più di Gianni Mercatali, uomo che sa forse tutto di tutti ma che non parla di niente e di nessuno. E che, cosa rara al mondo, si può permettere il lusso di starti ad ascoltare per portarti poi nel suo immenso mondo concreto, fatto di cuore, sensibilità e riconoscenza verso decine di persone che non ti aspetti.

Come dire: io non c’entro con quello che mi è successo. Come a prendere le distanze dalla fortuna che lui - a sentirlo - neppure merita. Il Mercatali mondo è fatto di priorità e cose importanti. Di leggerezza e intelligenza in libera circolazione, di intimità e quasi fratellanza. Un libro nato dall’idea di Umberto Cecchi che benissimo lo conosce e che ha la passione per le vere personalità, scritto forse anche per giocare e per raccontare le gesta di chi da cinquant’anni è sulla cresta dell’onda, riverito. E anche un po’ temuto da generazioni di persone. Mercatali e My Way: gli incontri coi attori, soubrette, stilisti, industriali, registi. Oppure le Ferrari, i macchinoni, le gare di auto storiche, le cene, gli champagne, gli amici, i locali che ha fondato, gli altri, tanti, che ha fatto crescere. Momenti by night da dolce vita, vissuti, immortalati in decine di foto in bianco e nero, testimonianza del tempo passato. Mercatali e il non lasciare scampo al tempo per bruciare le tappe. Ma soprattutto la storia di una immensa intuizione: inventare le public realtions.

Aziende e personaggi oggi famossissimi gli debbono la fama. Almeno quella iniziale, di sicuro. Prima che il mondo riuscisse a capire cosa fossero le PR. Public Relations, proprio quel mare magnum dove oggi  stiamo affogando, chi più chi meno, che ci circonda a ogni piè sospinto di  comunicatori che devono divulgare, come impazziti per chiunque e comunque, senza distinzione di ruoli, personalità, energie.

Mercatali è uno che nella vita ci ha saputo fare, con garbo, gentilezza: se è amico lo è per sempre. Dichiara quanto deve al collega de La Nazione, Guido Parigi Bini – da poco scomparso – che ha inventato la locuzione ‘sabbie nobili’ del Forte dei Marmi dove ha il suo quartier generale d’estate, sotto la tenda del mitico bagno Silvio. Lo dichiara, lo scrive, lo racconta a tutti. Come dire, io non ho fatto niente, è stato lui. Dalla comunicazione di massa alla moda: i trofei, le cose vinte. Gli amici che sono sempre quelli. La fedeltà e anche Flavia, ce la metto io. Il suo grande amore. Non è un libro My Way ; è un manuale. Forse un contenitore aperto, un luogo mentale, per rendere utile ogni senso e sentimento, per accendere una luce sul mondo, per far ripartire l’attenzione e tenerla vigile. Un libro da avere.