L'incanto di Orfeo: Mito e Storia a Palazzo Medici Riccardi

La mostra a cura di Sergio Risaliti e Valentina Zucchi propone con il contributo della Città Metropolitana sessanta opere per raccontare il mito di Orfeo ed Euridice attraverso lo sguardo dell'arte di ogni tempo

Orfeo incanta gli animali

Orfeo incanta gli animali

Firenze, 19 marzo 2024 - Durata e divenire. Fermare il tempo che scorre nella clessidra del vivere era un' autentica ossessione per gli antichi greci, che si rifugiavano nell'arte come momento di stasi contemplativa, ricerca heideggeriana dell'Essere nel varco aperto dall'incanto della poesia. Il limbo sospeso sulla soglia dell'eternità in cui Orfeo ed Euridice si guardano per l'ultima volta, sperando e disperando di poter sopravvivere per ritrovarsi insieme. 

Il poeta e la ninfa, l'amore e la morte, la fragilità del desiderio e la paura della perdita: il mito è da sempre lo schema di un fatto avvenuto una volta per tutte che attraversa idee e uomini, tempi e linguaggi, dipinti e sculture, fino ai giorni nostri ed oltre. E Palazzo Medici Riccardi - sede della mostra a cura di Sergio Risaliti e Valentina Zucchi in programma fino all'8 settembre - è soltanto l'ultima tappa del viaggio che nel tempo ha unito lo splendido rilievo marmoreo neoattico proveniente dal Museo Archeologico di Napoli e raffigurante il definitivo distacco di Orfeo dalla sua amata, con i capolavori di Tiziano e Rembrandt, Savinio e De Chirico, Feuerbach e Redon, Moreau e Delacroix, sconfinando sino alle moderne opere di Arturo Martini e Fausto Melotti, Mimmo Paladino e Cy Twombly. 

"Il mito di Orfeo, cantore e musico, filosofo e sapiente che disobbedisce all'ordine di Ade e Proserpina voltandosi a guardare Euridice, è una storia di crudeli divieti e dilanianti passioni che proprio a Firenze ha incontrato grande fortuna - spiegano i curatori - A partire dalla formella di Luca Della Robbia per il Campanile di Giotto e il gruppo marmoreo di 'Orfeo che incanta Cerbero" scolpito da Baccio Bandinelli per il cortile di questo palazzo, fino allo stesso Cosimo I de' Medici, che si fece ritrarre da Agnolo Bronzino nelle vesti del poeta come portatore di pace e armonia nel mondo. Il suo potere seduttivo ha ispirato nel corso dei secoli le melodie di Monteverdi, Gluck e Stravinskij, i sonetti di Erich Maria Rilke, e perfino il cinema di Jean Cocteau, che gli dedicò ben due film". 

Il percorso ideato da MUS.E e Città Metropolitana di Firenze presenta "sessanta opere custodite da prestigiose realtà  nazionali ed europee - sottolinea la consigliera delegata Letizia Perini - Dalle Gallerie degli Uffizi al Louvre di Parigi, dal Mart di Trento e Rovereto al Kunsthistorisches Museum e al Belvedere di Vienna, siamo riusciti a creare relazioni proficue e preziose sinergie, che confermano la qualità internazionalmente riconosciuta dell'attività svolta da MUS.E in collaborazione con le istituzioni del nostro territorio".

Un itinerario suggestivo che ripercorre attraverso una ricca selezione di capolavori di ogni tempo le avventure degli Argonauti, il potere ipnotico del canto di Orfeo, che ammalia ogni specie di animale, la morte di Euridice, morsa dal serpente e pianta dal poeta nei meravigliosi dipinti di Tiziano, Delacroix e Moreau, la discesa agli inferi con ritorno nella scenografica interpretazione di Anselm Feuerbach, fino alla seconda perdita dell'amata, il suo ultimo canto e la furia bestiale delle Baccanti, testimoniata dalla testa decapitata firmata da Odilon Redon. Le opere figurative saranno accompagnate da preziosi manoscritti della Biblioteca Riccardiana e Laurenziana - come la versione istoriata delle Metamorfosi di Ovidio annotata da Poliziano - e accostate alle melodie ispirate al mito, mentre una sezione speciale è dedicata a scenografie, figurini e maschere di artisti che hanno collaborato con il Maggio Musicale Fiorentino, portate su tela dalle creazioni metafisiche di Giorgio De Chirico. 

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