
I Goblin di Claudio Simonetti in prima nazionale al Circus Club di Firenze (foto Tania Bucci/New Press Photo)
Firenze, 13 gennaio 2024 – Dopo un lungo tour di successo negli Stati Uniti, Claudio Simonetti ha inaugurato un nuovo anno di concerti italiani, ripartendo dal Circus Club di Firenze, giovedì sera. Si scrive Simonetti… ma si legge Goblin, ovvero quel gruppo di giovani musicisti che dai primi anni Settanta sono stati autori delle colonne sonore horror thriller di molti film di successo. Con due ore intense di musica, Claudio Simonetti e i Goblin (tre giovani componenti di altissimo livello) hanno riproposto brani di successo e partiture legate anche a film di minore successo di ma eguale importanza. Assolutamente a proprio agio in una atmosfera intima che solo alcuni locali possono creare, il musicista romano ha ripercorso più di mezzo secolo di carriera che è equivalso a più di mezzo secolo di cinema; con l’ausilio sullo sfondo del palco, di uno schermo dove sono state proiettate molte sequenze di cinema di genere.
Dai primi brani con cui Simonetti ha reso omaggio a registi come Ruggero Deodato e George Romero fino alle cover di due colonne sonore cult dei generi horror/thriller come "Halloween e L’esorcista (non scritte da lui) il pubblico numeroso ha partecipato con entusiasmo a uno straordinario live che difficilmente si può dimenticare. Tantissimo pubblico e forse tanti fan, in attesa dei brani più popolari che, uno dopo l’altro sono arrivati fino al finale che non poteva che essere “Profondo rosso”.
Tra una esecuzione e l’altra Simonetti si è lasciato andare a ricordi e aneddoti, molti dei quali legati alla figura di Dario Argento. "Era il 1970, con un mio amico andai a vedere L’uccello dalle piume di cristallo e ne rimasi affascinato”, ricorda il musicista. “Mai mi sarei immaginato che dopo 5 anni avrei lavorato con lui alla colonna sonora di Profondo rosso”.
Quella colona sonora che contribuì al successo commerciale di un film entrato nella storia, probabilmente il più amato dal pubblico nella carriera di Argento. "Quel disco fu un grande successo che rimase per sedici settimane in testa alla hit parade, un record che solo ‘Questo piccolo grande amore’ di Claudio Baglioni aveva raggiunto. E sapete chi riuscì a scalzare i Goblin dalla prima posizione? Mio padre Enrico con la sigla dello sceneggiato Gamma”.
Non poteva mancare il ricordo affettuoso del padre, grande musiciste e amatissimo volto storico delle televisione più bella, quella in bianco e nero degli anni Settanta. Non solo “Profondo rosso”, anche una lunga serie di brani legati alla produzione del maestro del brivido italiano, famoso in tutto il mondo. Indimenticabili quelli scritti per “Suspiria”, “Tenebre”, “Phenomena” e alcuni titoli più recenti come “Il cartaio”, “Non ho sonno” e “La terza madre”, in un crescendo fino all’abbraccio finale da parte del pubblico, con ovazioni, applausi e standing ovation.