Al Teatro di Rifredi arriva 'Cosa Nostra spiegata ai bambini'

Di Stefano Massini, il 9 e 10 marzo

'Cosa Nostra spiegata ai bambini'

'Cosa Nostra spiegata ai bambini'

Firenze, 6 marzo 2024 - Al Teatro di Rifredi, sabato 9 e domenica 10 marzo, arriva Cosa Nostra spiegata ai bambini di Stefano Massini, regia di Sandra Mangini, con le musiche di Enrico Fink eseguite dal vivo da I solisti dell’Orchestra multietnica di Arezzo, è teatro necessario, civile, attraverso il racconto dell'etica della prima e finora unica donna a ricoprire la carica di Sindaco di Palermo.  

“La storia di Elda Pucci è emblematica; è stata una figura importante nella lotta alla mafia – ha affermato Ottavia Piccolo – donna di forte integrità morale, attenta alla sua Sicilia, orgogliosa della sua sicilianità, amata nel suo lavoro. Una storia di 40 anni fa, ma sempre attuale. La mafia – continua – è cambiata, ma c'è. Si parla di mafia, ma anche di responsabilità, di saper fare le scelte giuste”.   Cosa Nostra spiegata ai bambini è la storia di una donna, di una città, di un anno, anzi 359 giorni, quelli in cui Elda Pucci, pediatra dell'Ospedale dei Bambini Di Cristina e dei vicoli poveri di Palermo. La “signora dottoressa”, come tutti la chiamavano, e come lei stessa voleva essere chiamata, fu eletta dal Consiglio comunale il 19 aprile 1983.   Durante il suo mandato, nell'ottobre dello stesso anno, per la prima volta il Comune si costituì parte civile in un processo di mafia. Il 13 aprile 1984 fu sfiduciata. Il suo "errore"? Aver operato in modo onesto. A distanza di poco più di anno, il 20 aprile 1985, la mafia fece saltare in aria la sua abitazione di Piana degli Albanesi. Nel prima e nel mezzo, ci sono i miliardi dell'eroina, le vittime della mafia, gli Inzerillo, i Badalamenti, i Buscetta, l'avvento di Totò Riina.   Elda Pucci, nata a Trapani nel 1928, veniva da una famiglia di nobili origini fiorentine. A darle voce in teatro, da tre stagioni, è Ottavia Piccolo con Cosa Nostra spiegata di bambini di Stefano Massini, regia di Sandra Mangini, al Teatro di Rifredi sabato 9 e domenica 10 marzo.  

“Non è un monologo per bambini, anche se – spiega Ottavia Piccolo – vengono a vederlo molti studenti delle scuole. Il titolo riprende una frase detta da Elda Pucci in un'intervista in cui affermò che se Cosa Nostra fosse stata spiegata in modo semplice come si fa con i bambini tutto sarebbe stato diverso. Per parlare di cose difficili bisogna utilizzare un linguaggio semplice, senza semplificare. A volte, per spiegare le cose – prosegue – dovremmo solo cercare le parole. Trovarle. Infine, dirle ad alta voce”.   Lo spettacolo è scandito in dieci episodi, ognuno dei quali porta il nome di un bambino: Gegè, Ruggero, Sasà, Ninetta… sono i nomi dei pazienti di Pucci, le cui storie affiorano alla sua memoria come esemplificazioni che illuminano ciò che le sta accadendo. C'è anche un capitolo dedicato a Totò, un piccolo Salvatore Riina agli esordi della sua scelta criminosa; e, significativamente, c'è un capitolo finale intitolato a Elda, in una sorta di identificazione con lo stato di fragilità e impotenza dell’infanzia.   Scenografia essenziale, pochi elementi, sullo sfondo le immagini evocative di Raffaella Rivi, e le musiche dal vivo di Enrico Fink. Con Ottavia Piccolo sul palco sei musicisti, I solisti dell'Orchestra multietnica di Arezzo e lo stesso Fink.

"La musica – spiega Piccolo – ha un ruolo importante, non è solo intrattenimento, intervallo fra una scena e l'altra: racconta le atmosfere, ne scandisce il tempo, sottolinea le inquietudini e i pericoli che Elda Pucci ha dovuto affrontare».   Con Cosa Nostra spiegata ai bambini Ottavia Piccolo dà dunque voce a una donna che ha tentato con atti semplici, ma decisi, di contrastare la pratica mafiosa nelle sedi di governo, rifiutando la connivenza con quello Stato-ombra o contro-Stato che è la mafia. “Cerchiamo di raccontare con parole semplici vicende difficili – commenta l’attrice – per arrivare al “cuore” del problema. Elda Pucci ha cercato di fare ciò che dovrebbero fare i politici seri e coscienziosi e questo non è piaciuto. La sua – conclude – è una storia che merita di essere raccontata e lei è un simbolo della lotta alla mafia”.

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