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Ztl, il centro è una groviera. Permessi a ore e furgoni. Ogni giorno 80mila accessi

Nell’area Unesco entrano 29 milioni di mezzi l’anno, 250mila sono abusivi. L’esperto di logistica: "Ristabilire equilibrio tra residenti e attività economiche". .

di Rossella ConteFIRENZEOgni giorno, tra le 8 e le 8.30, via dei Neri o piazza del Mercato sembrano più simili a una tangenziale che a una zona a traffico limitato. Furgoni in fila per consegnare, mezzi in sosta davanti ai negozi, corrieri che scendono al volo e veicoli in manovra che ostruiscono il passaggio: il centro di Firenze vive un paradosso quotidiano. Zona a traffico limitato sì, ma attraversata ogni giorno da migliaia di veicoli autorizzati – e non solo. Secondo i dati raccolti da Uniontrasporti, la Ztl cittadina copre 38 chilometri quadrati, ovvero il 66% del centro abitato e il 37% dell’intero territorio comunale. Ogni giorno vi accedono in media 79.490 veicoli, per un totale annuale di oltre 29 milioni di transiti. A questi si aggiungono 3.117 permessi temporanei da tre ore rilasciati ogni giorno e 400 permessi giornalieri. Le autorizzazioni permanenti sono oltre 25mila.

E non finisce qui: ogni giorno si contano almeno 700 accessi abusivi, per un totale annuo che supera i 250.000. "Lo spazio fisico è poco, e ci sono molte attività che insistono nello stesso tratto di strada. La mattina arrivano tutti insieme, alle 8 i percorsi sono già saturi, spesso con i turisti abbiamo problemi anche solo a muoverci. Non sembra di stare in una zona pedonale", racconta Marco Verzì, guida turistica. Lo conferma anche Maria Casucci, che abita in via del Proconsolo: "Tra le 8 e le 8.30 è un via vai continuo, un rumore incessante di motori e portiere sbattute. Non si riesce nemmeno ad attraversare la strada in sicurezza".

L’affollamento è il risultato diretto della densità economica dell’area. Secondo l’ultimo report del Centro studi della Camera di commercio, nel solo centro storico vivono circa 37.000 persone e operano 14.897 imprese. Il settore dominante è quello della ristorazione e dell’ospitalità, con 3.546 attività – in forte crescita rispetto al 2009, quando erano 2.151. Sono invece in calo le imprese dell’ingrosso e della riparazione, passate da 5.284 a 4.487 (-15,1%). A queste si aggiungono i garage privati del centro, da cui transitano ogni giorno decine di auto con targhe "scaricate" regolarmente. Uno scenario che si scontra quotidianamente con le esigenze di vivibilità dei residenti, la tutela del patrimonio dell’Unesco e la sicurezza dei pedoni.

Il tema della logistica urbana è tornato al centro del dibattito grazie al nuovo progetto promosso dalla Camera di commercio, che punta a elaborare – entro dicembre – un piano operativo per riorganizzare il sistema di carico e scarico in modo sostenibile, efficace e condiviso. Proprio ieri con l’incontro pubblico organizzato nell’auditorium della Camera di commercio di Firenze ha preso il via il progetto che metterà nero su bianco nuove linee guida per una migliore gestione degli spazi. Al dibattito hanno partecipato residenti e commercianti del centro storico. "Organizzare il traffico delle merci e dei servizi è una grande sfida – ha spiegato Massimo Manetti, presidente della Camera di commercio – ma anche una necessità urgente. Vogliamo contribuire a risolvere una questione che si trascina da troppo tempo, sfruttando tutte le soluzioni tecnologiche oggi disponibili".

A guidare l’elaborazione del piano sarà l’esperienza di Uniontrasporti, con il supporto scientifico dell’equipe di Massimo Marciani, esperto di logistica urbana. L’obiettivo è restituire equilibrio tra residenti, attività economiche e tutela dello spazio pubblico. Ma per farlo occorrerà affrontare nodi non secondari: dal numero dei permessi rilasciati alla gestione dei varchi, fino all’utilizzo delle nuove tecnologie per monitorare i flussi e controllare gli abusi. Una sfida non più rinviabile, perché oggi il cuore di Firenze batte al ritmo di clacson e retromarce, di risciò improvvisati, mezzi abusivi, monopattini parcheggiati ovunque e auto che sfrecciano dove non dovrebbero.

L’area Unesco, patrimonio da tutelare, è spesso ostaggio di traffico disordinato e mancanza di controlli. A farne le spese sono residenti, turisti e lavoratori, stretti tra disagi, rumore e insicurezza. La richiesta di chi vive e lavora resta la stessa: un piano concreto e condiviso per riportare decoro e vivibilità nel cuore della città, tutelando mobilità e legalità.