Acquisti sul sito on line di moda. Scoppia il caso al centro migranti

Firenzuola, decine di pacchi Zalando comprati dai profughi

La  badante aveva già cercato di usare la credit card

La badante aveva già cercato di usare la credit card

Firenze, 26 settembre 2018 - Scarpe, giubbotti e capi d’abbigliamento griffati. Tutti acquistati on line e consegnati ai centri di accoglienza dei profughi, in particolare a Certaldo e Firenzuola. Nulla di illecito, sia chiaro, ma sicuramente un fenomeno singolare, che ha attratto l’attenzione di vari cittadini e di alcuni addetti alle consegne. Così, la segnalazione è arrivata al consigliere regionale della Lega Nord, Jacopo Alberti, portandolo a presentare un’interrogazione, che sarà discussa in uno dei prossimi consigli regionali. «Le risorse destinate all’accoglienza dei richiedenti asilo – scrive nel documento il consigliere regionale della Lega - servono a coprire tutte le necessità degli ospiti delle strutture (pulizia, vitto, beni di prima necessità), ma agli stessi ospiti viene comunque corrisposta una somma ulteriore di 2,50 euro al giorno, oltre alle ricariche telefoniche. Ora da varie segnalazioni di corrieri risulta che ogni giorno in Toscana avvengano molte consegne di prodotti di vario tipo acquistati on line e destinati alle strutture dove sono ospitati i richiedenti asilo. È evidente – prosegue nel documento - che questi acquisti on line non possano, vista l’esiguità della somma, essere coperti dal pocket money di 2,50 euro al giorno fornito a ciascun ospite. Vorremmo quindi sapere, le ragioni per le quali sono effettuati acquisti on line di beni destinati alle strutture che accolgono i richiedenti asilo, dal momento che gli ospiti delle strutture di accoglienza sono già dotati in loco di tutto il necessario e a che titolo, a nome di quale persona o ente e con quali risorse sono effettuati tali ordini di acquisto».

Difficile al momento saperne di più, anche perché le due strutture di Certaldo e Firenzuola che, dalle testimonianze raccolte dalla Lega, sarebbero più spesso protagoniste dell’arrivo di pacchi, sono state coinvolte in una lunga serie di inchieste e vicende giudiziaria e recentemente passate di mano. Il Consorzio Mc Multicons srl di Montelupo Fiorentino, che un tempo le gestiva, le ha cedute al Consorzio l’Arcolaio. Stefano Mugnaini, amministratore unico di Multicons, ci spiega a telefono di non occuparsi più dei due centri da luglio, da quando cioè le strutture sono passate sotto la nuova gestione. Ma tiene anche a sottolineare di non aver mai notato consegne di pacchi, né nulla del genere. Impossibile al momento parlare con i responsabili del Consorzio L’Arcolaio, che fa parte di una rete di cooperative e onlus bolognesi. In attesa di risposte, restano le foto a testimoniare l’arrivo di tanti plichi, tutti caratterizzati dall’indirizzo dei centri di accoglienza.

«A volte – spiegano i corrieri – i destinatari pagano in contanti direttamente alla consegna, altre volte il pagamento è già avvenuto al momento dell’ordine sul portale di vendita on line, con carta di credito e quindi noi ci limitiamo a dare il pacco al destinatario». Ma chi fa quei pagamenti, chiede la Lega? E perché così tanti ordini, se davvero, come testimoniano i corrieri, le consegne si ripetono con tale frequenza? I profughi possono ovviamente, come tutti, avere un budget a disposizione in base alle attività lavorative che svolgono sul territorio e a propri fondi che hanno a disposizione, ma è la sistematicità del fenomeno che, secondo le testimonianze, avrebbe suscitato dubbi e perplessità. Per ora gli interrogativi restano aperti.

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