
Le tre presidenti rotariane insieme a Giovanna Ferragamo
Firenze, 9 marzo 2023- Il grande sogno di Salvatore Ferragamo era quello di arrivare a vestire le donne “dai piedi alla testa”, avendo posto le basi del suo grande successo internazionale proprio come calzolaio. Un calzolaio attento non solo alla bellezza del proprio prodotto, ma anche al benessere del piede, per garantire il quale aveva compiuto studi di anatomia all'Università. Dopo la morte prematura dell'apprezzato stilista che aveva scelto Firenze come sua città, è stata la moglie Wanda a farsi carico di quel sogno, con coraggio e determinazione, in nome di quell'amore così forte e sincero che sempre l'aveva legata al suo Salvatore.
Lei che non era mai entrata nell'ufficio dell'azienda, lei che fino a quel momento si era occupata di crescere i loro sei figli. “L'amore per mio padre l'ha guidata con fermezza verso la realizzazione del sogno di ampliare l'azienda e produrre non solo scarpe ma anche abbigliamento e borse, di modo da vestire una donna dalle scarpe alla testa”, così ha spiegato Giovanna Ferragamo al pubblico attento e commosso che ha partecipato alla serata di mercoledì scorso “Omaggio a Wanda Ferragamo”, organizzata in occasione della Festa della Donna dai Rotary Club Bagno a Ripoli, Firenze Certosa e Firenze Sud.
La Signora della moda è stata ricordata attraverso la testimonianza di alcuni cari amici, come Paola Locchi e Paolo Blasi, la proiezione di un filmato che ne ha presentato il percorso umano e professionale e la lettura di alcuni brani del volume "Nel libro rosso di Tà", scritto dalla nipote Ginevra Visconti e interpretato da Federica Miniati. Organizzata da Maria Teresa Bruno, la serata tutta al femminile è stata presieduta dalle tre presidenti rotariane Maria Petrini, Caterina Valia e Grazia Tucci. Erano presenti gli assistenti del Governatore Piero Germani, Rita Pelagotti e Stefania Giusti oltre alla direttrice del Museo Ferragamo Stefania Ricci.
"Ero legata alla Signora Wanda da sentimenti affettivi autentici -ha commentato Maria Teresa Bruno -, per ciò è stato un onore e un piacere organizzare una serata per celebrare la memoria di un'amica". A conclusione dell'incontro Giovanna Ferragamo ha voluto omaggiare tutti i presenti con una copia del volume “Nel libro rosso di Ta”: “Mia madre aveva sei figli e venticinque nipoti, molti dei quali sparsi per il mondo e assai difficili da contattare. Però desiderava restare loro vicina, così aveva escogitato lo stratagemma di scrivere lettere a tutti quanti, contenenti i propri pensieri, consigli e le notizie relative all'azienda.
Si faceva chiamare “Tà”, invece che nonna. Ogni pagina del suo libro rosso era dedicata a una persona specifica e raccoglieva le lettere e le notizie che la riguardavano. Mia madre era una donna molto determinata -ha continuato Giovanna Ferragamo-, che però si è fatta sempre guidare dal suo grande cuore e dai sentimenti. È stata un'imprenditrice che non si è mai sentita arrivata, che è sempre stata tranquilla e umile nella sua posizione. Proprio questo comportamento ha portato a dare e ricevere affetto dalle persone che l'hanno circondata, compresi i collaboratori e i dipendenti dell'azienda, con i quali ha creato un clima di fedeltà e attaccamento. Pretendeva molto, ma in cambio era capace di far sentire tutti coinvolti e uniti verso un obiettivo comune; perché il successo di un'azienda è il successo anche dei suoi dipendenti”.