
La curva Fiesole
Firenze, 21 novembre 2002 - Pietro Vuturo è stata una delle anime più riconoscibili e intense del tifo viola fin dai tempi in cui sono nati gli Ultras. Metà degli Anni Settanta, eppure è già storia. 'Ciao Pietro, saluta il Pompa', hanno scritto gli amici che insieme a lui hanno condiviso la nascita del gruppo simbolo della Fiesole. Lo striscione ULTRAS sventolò per la prima volta nel 1974 in occasione di una partita contro la Juve - avrebbe potuto essere altrimenti? - e Pietro Vuturo era in curva, insieme ai ragazzi che volevano dare una direzione al tifo viola laddove battevano i cuori e i tamburi. E se Stefano Biagini, detto il Pompa, si era guadagnato la fama del leader attraverso formidabili azioni di audacia personale, a quei tempi si chiamavano così, Pietro per tutti era solo Pietro. Bastavano il nome di battesimo e il suo esempio, una sintesi di equilibrio e spregiudicatezza: il carisma è un compagno di vita che prescinde dalla volontà di chi vorrebbe averlo.
Anni di trasferte e impegno in prima linea in un ambiente attraversato da passioni e battaglie, un covo a quei tempi romantico di ultras. Il Pompa se n'è andato nel 1992, Vuturo stamani dopo una malattia che non gli aveva impedito, nelle ultime settimane, di mettere a nudo la sua forza e la sua debolezza. Ogni giorno un racconto di se stesso, un passaggio, la ricerca di conforto, la forza di mostrarsi fragile. 'Leone', lo chiamavano gli amici più cari. E anche chi non lo conosceva, ha capito che dietro l'aspetto del duro si nascondeva un'anima morbida, sfumata, impegnata nel sociale, ricordata da tantissimi amici e non solo loro, persone che lo avevano seguito in radio nella sua attività di tifoso maturo, ma sempre appassionato. Perché quando parlava Pietro, tutti stavano ad ascoltarlo.
