Ffp2, Dad, Rna, tampone e booster: il vocabolario del Covid che cambia la nostra lingua

Con l'Accademia della Crusca abbiamo parlato di tutte quelle parole ormai entrate nel linguaggio comune. Tanti gli anglicismi, spesso usati male.

Mascherine Ffp2: prima nessuno conosceva questa sigla

Mascherine Ffp2: prima nessuno conosceva questa sigla

Firenze, 19 gennaio 2022 - “Ti sei mascherinato? Mi raccomando, Ffp2 per maggior sicurezza! Igienizzati spesso le mani e stai lontano dagli assembramenti”. Una frase per noi normale…. Ma come ci saremmo rimasti se qualcuno, prima di uscire di casa, tre anni fa, avesse messo insieme queste parole? La pandemia ci ha cambiato dal punto di vista sociale, economico, psicologico. E la lingua, di conseguenza, ci sta accompagnando in questo mutamento. Abbiamo scoperto parole nuove, usato ancor di più anglicismi (talvolta traducendoli male) e sono diventati di uso comune acronimi che certo sarebbe stato meglio non scoprire mai. Qualche esempio? Dad, did. “Distinguerei tra le parole nuove che non avevamo mai adoperato e i tanti pseudo-anglicismi che hanno infarcito ancor più la nostra lingua - osserva il professor Paolo D’Achille, accademico e responsabile della consulenza linguistica della Crusca -. Se in Spagna e in Francia c’è una politica linguistica di maggior opposizione all’uso dell’inglese, da noi non è così. Però, se ci sono alcune parole che non hanno creato grandi problemi, come lockdown, altre, come booster, sono di più difficile comprensione a chi ha meno dimestichezza con l’inglese. Sono complicate e poco trasparenti: insomma, non svolgono un buon servizio”. “Chissà quali parole che adesso usiamo quotidianamente resteranno nel nostro vocabolario anche quando l’emergenza sarà passata - prosegue lo studioso -. Magari una parte di queste le avremo interiorizzate, altre invece potrebbero assumere significati metaforici, come tsunami”.

Ma proviamo adesso a stilare una sorta di ‘vocabolario del Covid’.

TAMPONE: è una delle parole più usate. Ma prima aveva un altro significato: assorbente interno femminile. Figuriamoci. E poi ‘tamponare’ era riferito agli incidenti stradali. “Bei tempi”, verrebbe da dire. Adesso nessuno si scandalizza più nel sentire “Vado a tamponarmi”.

ANTIGENICO-MOLECOLARE: esempi lampanti di parole prima esclusivamente di uso medico, adesso usate nel linguaggio comune per riferirsi a due diversi tipi di tampone.

MASCHERINA: da oggetto carnevalesco, simpatico, a dispositivo di protezione che ormai ci accompagna da due anni. “Si parlava anche prima, certo, di mascherina chirurgica, ma solo in ambito medico”, sottolinea D’Achille.

LOCKDOWN: si sarebbe subito potuto parlare di ‘confinamento’, ma anche in questo caso il predominio inglese ha avuto la meglio. E nessuno ha avuto nulla da ridire.

SMART WORKING: invece di dire ‘telelavoro’, abbiamo pensato di sentirci più internazionali, tra l’altro “usando impropriamente” la locuzione. La traduzione dall’inglese sarebbe “lavorare intelligentemente”, quindi prima di tutto “per obiettivi”. Quello italiano è dunque più che altro un ‘telelavoro’, non molto smart per la maggior parte delle volte.

UNTORE: termine antico, di “manzoniana memoria”, che adesso è stato ripreso.

NO-VAX: termine ormai abusatissimo, che rappresenta “un anglicismo fino ad un certo punto”. E’ più una “commistione”, tanto è vero che ben presto è apparso pure il “sì vax”.

DAD-DID: acronimi che ci arrivano dalla scuola, da quella didattica a distanza messa in piedi rapidamente nel marzo del 2020, che tanti danni ha poi creato a livello didattico e psicologico. “La didattica a distanza esisteva anche prima, ma riferita solo a corsi di laurea telematici”, osserva il professore.

BOOSTER: la terza dose ormai si chiama così. “Si sarebbe dovuto dire ‘richiamo’”, ha subito tirato le orecchie l’Accademia della Crusca. Ma ormai di fronte ad un amico “boosterato” nessuno storce il naso, a meno che non sia un no-vax (ma qui il discorso linguistico non c’entra niente).

RISTORO: prima il termine aveva un significato diverso, in senso di sollievo. Poi è diventato, complice la cultura giuridica del professor Conte, ‘indennizzo’ per le attività colpite dalla pandemia.

DISTANZIAMENTO SOCIALE: una pessima traduzione del ‘social distancing’ inglese. Si sarebbe dovuto parlare invece di ‘distanziamento fisico’ e invece “si è diffuso un modo di dire la cui prima interpretazione si rifà alle ‘barriere tra classi’. Insomma, un significato completamente diverso, che poi purtroppo si è concretizzato in un reale aumento delle distanze tra ceti sociali a causa della crisi economica derivante dalla pandemia”.

CONGIUNTI: anche in questo caso, il professor Conte diffuse un termine che prima non usavamo mai. Ma ce ne siamo già dimenticati. “Congiunti fa tanto ‘zona rossa’”, osserva D’Achille. Speriamo di non rivivere quell’incubo.

RNA: ormai lo sappiamo tutti che i vaccini Moderna e Pfizer utilizzano la tecnologia ad Rna. Ma quanti di noi hanno davvero capito di cosa si tratta? Spesso gli acronimi sono i più complicati.

DROPLET: in questo caso, osserva il professore, l’inglese è più che giustificato per indicare quelle goccioline che emettiamo con il naso e soprattutto con la bocca.

TERMOSCANNER: la parola esisteva già nel 1999 ma era poco usata. “E’ stata subito accettata con facilità perchè c’era già un marchio registrato ‘Termoscan’, un termometro per misurare la febbre ai bambini”, dice D’Achille.

POSITIVO-NEGATIVO: in questo caso, il significato si è ribaltato! Meglio non esser ‘positivi'. Insomma, ‘negativo’ è bello! Lo sa bene chi il 31 dicembre ha augurato un “anno ricco di positività”. Una bella gaffe, di questi tempi….

ASSEMBRAMENTO: da termine pochissimo usato a parola quotidiana.

SIERO: termine usato impropriamente, soprattutto dai no-vaccino in senso dispregiativo, che non ha nulla a che vedere col vaccino.

VIRUS RAFFREDDORIZZATO: tutti noi non vediamo l’ora che il Covid si tramuti in un semplice raffreddore. Ma certo “la parola non è formata benissimo”.

FFP2: sigla totalmente incomprensibile, ormai entrata nel linguaggio comune.

GREEN PASS: non ci ha certo sconvolto, perchè già esisteva la green card.

ESITANZA VACCINALE: si usa per parlare di chi, dubbioso, rimanda l’appuntamento col vaccino.

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