Firenze, violenza sessuale di gruppo. L’alcol inguaia gli indagati

La turista aveva un tasso alcolemico quattro volte superiore al limite per guidare: la posizione dei quattro si aggrava. Analisi sui telefonini

La piazza di Impruneta e i carabinieri, che indagano sull’episodio

La piazza di Impruneta e i carabinieri, che indagano sull’episodio

Firenze, 4 agosto 2022 - Al momento del suo ingresso all’ospedale, la turista canadese 35enne che ha denunciato di essere stata vittima di una violenza sessuale di gruppo, dopo una serata passata in un ristorante di Impruneta, aveva un tasso alcolemico ancora altissimo: circa 2 mg per litro, 4 volte tanto il limite per guidare. E questa rilevazione è avvenuta a qualche ora di distanza dal fatto, che i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Beatrice Giunti, collocano tra le due e le tre della notte tra venerdì e sabato scorso. La donna, dopo l’attivazione dei protocolli di rito, è stata sentita dai carabinieri, consegnando la sua versione di quanto accaduto tra lei e quattro uomini, nel locale dove aveva cenato e dove si era trattenuta nel corso della serata.

Poi ha lasciato il B&B dove alloggiava da sola per la sua vacanza in Italia ed è ripartita alla volta del Canada. Se necessario, potrebbe essere riascolata in videocollegamento, ma non adesso.

Intanto, i quattro indagati - il titolare della pizzeria-ristorante del paese, un suo dipendente, due clienti - ribadiscono la loro linea: la donna era disponibile, non è stata costretta.

Gli accertamenti sanitari confermano che non c’è stata violenza fisica, ma giuridicamente parlando, la questione è avvinghiata alla capacità - o incapacità - della donna di esprimere il consenso. L’abbondante alcol assunto, certificato nelle analisi ospedaliere, la porrebbe in condizione di momentanea inferiorità. E questo aggrava la posizione degli indagati e rende il presunto reato

Il video. I carabinieri hanno anche recuperato il filmato che uno dei quattro indagati - uno dei due clienti del locale - ha girato con il telefonino. La clip video era stata infatti inoltrata tramite chat, e i militari della compagnia di Scandicci sono riusciti a recuperarla proprio in virtù degli inoltri.

Il telefono che avrebbe materialmente eseguito la registrazione è stato comunque sequestrato e, al pari degli altri tre dispositivi acquisiti, sarà oggetto di un’approfondita consulenza tecnica.

Intanto i legali, tra cui l’avvocato Tiziano Veltri, cominciano a studiare la strategia difensiva. Le versioni rese sinora sono univoche: la donna sarebbe stata disponibile e consenziente. Ricostruzione che però cozza con l’atteggiamento assunto dalla turista canadese, che alle sei del mattino, si è presentata a un bar nella piazza del paese, palesemente sconvolta, per chiedere aiuto.

Secondo quanto ricostruito, alla contestata violenza sessuale di gruppo, avvenuta in un punto appartato del locale, erano presenti i quattro indagati. Due avrebbero avuto rapporti sessuali con la donna, uno avrebbe semplicemente assistito e il quarto avrebbe “documentato“. Il clima registrato è quello di una goliardata, nessuno sembrava rendersi conto che quello che stavano facendo avrebbe potuto avere gravi conseguenze.

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